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Benvenuti in un altro articolo firmato Finanziamenti Per Giovani! In seguito al nostro approfondimento sul controllo Vies, siamo pronti a presentarvi un'ulteriore inchiesta che riteniamo possa catturare la vostra curiosità.

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La Partita IVA comunitaria è il numero di identificazione fiscale assegnato a imprese ed aziende che lavorano all'interno dell'Unione Europea. Consente loro di effettuare transazioni commerciali senza dover registrarsi in ogni paese membro in cui vendono i loro prodotti o servizi.

Come ottenerla?

La Partita IVA comunitaria è emessa da uno dei paesi membri dell'UE in cui l'impresa ha la sua sede principale e può essere utilizzata in tutti gli altri paesi dell'UE. Questo sistema semplifica le procedure per le imprese che operano in più paesi dell'UE e aiuta a promuovere la libera circolazione delle merci e dei servizi all'interno dell'Unione Europea. 

Per ottenerne una, è necessario contattare l'autorità fiscale del paese membro in cui l'impresa ha la sua sede. In genere, questo significa che l'impresa deve registrarsi presso l'agenzia delle entrate o l'ufficio delle imposte del paese in questione.

Durante questa registrazione, l'impresa dovrà fornire informazioni sulle sue attività commerciali, sulle sue entrate e sulle sue operazioni. Una volta che l'impresa ha ottenuto il proprio numero fiscale, può utilizzarlo in tutti gli altri paesi membri dell'UE. 

Chi deve aprire la Partita IVA comunitaria?

E' destinata alle imprese e alle aziende che effettuano transazioni commerciali transfrontaliere all'interno dell'Unione Europea. In generale, se un'impresa opera in più paesi dell'UE o ha intenzione di farlo, potrebbe essere necessario ottenere una Partita IVA comunitaria per semplificare le procedure fiscali. Tuttavia, è importante notare che le regole specifiche per l'ottenimento di una Partita IVA comunitaria possono variare in base al paese membro dell'UE in cui l'impresa ha la sua sede principale. Pertanto, si consiglia di verificare con l'autorità fiscale del paese in questione per determinare se è necessario ottenere una Partita IVA comunitaria e per capire i passi da seguire per ottenerla.

Se invece possedete già la partita IVA e avete intenzione di espandere internazionalmente il vostro business o le vostre prestazioni, dovete richiedere l’iscrizione nel VIES. Per far questo bisogna inviare una comunicazione all’Agenzia delle Entrate tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, da spedire almeno un mese prima dell’acquisto o della vendita intracomunitaria

Cosa è il VIES: come funziona? Centra con l'intrastat? Occhio alle informazioni errate

I dati del VIES sono aggiornati in tempo reale. Tuttavia il sistema permette solo di controllare che questa sia presente all'interno degli elenchi comunitari; non fornisce informazioni relativamente al nome o all'indirizzo del proprietario. Qualora il numero non fosse presente all'interno degli elenchi bisogna contattare gli uffici amministrativi nazionali per procedere ad una verifica e risolvere il problema.

Perché è fondamentale registrarsi. Come vengono influenzati i nostri Investimenti? Ogni paese ha un suo codice?

Senza non è possibile avviare scambi commerciali o di prestazioni con l'estero. L'Agenzia delle Entrate, attraverso i propri registri, verifica la presenza delle aziende nel registro. Questo registro è consultabile sul sito dell'Agenzia, qualora vogliate controllare che tutto sia a norma riguardo un individuo o una società con la quale vi trovate a collaborare o di cui vi servite per i vostri servizi. All'interno del sito internet della commissione europea esiste poi un motore di ricerca che vi consente di controllare l'esistenza del codice di riferimento (ecco il link).

Il numero della partita IVA: ecco cosa significa

Se avete intenzione di aprire un'attività o di svolgere un lavoro come liberi professionisti, sappiate che dovete aprire una partita Iva o una partita Iva comunitaria. Ma cosa è? In cosa consiste? Come si apre? E chi deve farlo? Tutto quello che c'è da sapere lo trovate qui di seguito. 

Cosa è la partita iva?

modello da compilare della partita iva comunitaria

Esistono due partite IVA con due numeri uguali?

Ogni codice è unico e non vi possono essere due partite IVA o Partita IVA comunitaria uguali. Anche se naturalmente è possibile trovare due partite ia con alcuni numero comuni in sequenza, ad esempio due partite iva che abbiano lo stesso numero di matricola emesso da due uffici provinciali differenti. 

Perché saperlo?

E' importante sapere come viene formulato il numero di una partita iva o di una Partita IVA comunitaria per poterlo verificare in caso di bisogno, per sapere se è legittima o a chi appartiene.
E' possibile compiere queste verifiche sul sito stesso dell'Agenzia delle Entrate in modo totalmente gratuito e semplice.

La legge italiana in materia

partita iva comunitaria

Il numero di partita IVA è rilasciato per Decreto del presidente della Repubblica. Può essere aperta anche in modo telematico anche da un intermediario abilitato al servizio Entrate o dalla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura. Esistono due modelli, quello per le ditte individuali, il modello AA9/1, quello per le società, il modello AA7/10.

Tutti i soggetti che hanno un'attività che ha rilevanza per il calcolo dell'Iva, compresi i non residenti che però hanno una impresa in Italia, devono presentare la dichiarazione di inizio attività, acronimo DIA o la segnalazione certificata di inizio attività, SCIA, presentando un apposito modello che può essere scaricato dal sito dell'Agenzia delle Entrate. Anche coloro che sono iscritti ad un albo professionale e svolgono il lavoro da libero professionisti, gli avvocati ad esempio o i commercialisti, hanno l'obbligo di apertura della partita IVA o della Partita IVA comunitaria. Tutto chiaro?

Come aprirla e quanto costa?

Nei casi in cui le prestazioni occasionali superino il limite di 5000 euro, però, sarà necessario aprire la Partita Iva. Esiste la possibilità di avviarla come libero professionista oppure come ditta individuale. Nel primo caso si deve presentare un modello di inizio attività presso l’Agenzia delle Entrate e, poi, iscriversi alla Gestione Separata INPS. Questo a meno che non si vada a svolgere una professione con la previdenza professionale indipendente, vedi l’INPGI per i giornalisti.

I costi della partita Iva sono pari a zero se si procede in maniera autonoma con l’apertura presso l’AdE o l’INPS. Naturalmente, se ci si affida ad un commercialista o un patronato si deve considerare il costo delle prestazioni dei professionisti. Invece, se bisogna iscrivere la ditta alla Camera di Commercio, ai costi per il consulente si devono aggiungere i diritti camerali di bollo e segreteria.

I costi deducibili sono quelli che riguardano chi ha la partita Iva ordinaria e fanno riferimento ai costi riguardanti l’attività svolta. Ad esempio se si lavora da casa e si indica il proprio indirizzo nell’apertura della partita IVA, si può dedurre il 50% delle spese legate alla casa come l’affitto, il riscaldamento o l’elettricità. Invece per le spese telefoniche e per l’automobile, si dovrà verificare ogni anno in che percentuale sono deducibili, anche a seconda dell’attività svolta. Ricordiamo poi che per le partite Iva in regime forfettario i costi deducibili non esistono.

Cosa cambia per le ditte individuali

Per quanto riguarda le ditte individuali, esiste l’iscrizione al Registro delle Imprese, che è tenuto alla Camera di Commercio. Tramite la compilazione della Comunicazione Unica viene richiesto il Codice fiscale e anche la partita IVA; si apre la posizione assicurativa all’INAIL; si richiede l’iscrizione presso l’INPS dei dipendenti oppure dei lavoratori autonomi.

Effettuato questo passo si dovrà, poi, individuare il regime di appartenenza.

Se il presente articolo sta risvegliando la tua curiosità, ti suggeriamo di conservare il link all'articolo riguardante la partita IVA in Spagna.

Scopriamo il regime forfettario e quello ordinario

Per il regime forfettario agevolato i limiti reddituali da rispettare sono:

  • 30.000€ per professionisti, artigiani e imprese;
  • 50.000€ per commercianti, alberghi e ristoranti;
  • 40.000€ per ambulanti di alimentari e bevande;
  • 30.000€ per ambulanti di altri prodotti.

Questo regime fiscale comporta la determinazione del reddito imponibile in modo forfettario ed un’imposta sostitutiva del 15% dello stesso imponibile. Qualora l’attività permetta di rientrare in tali limiti si può adottare il regime forfettario comunicandolo mediante la dichiarazione IVA.

Con la Legge di Bilancio 2019 sono state introdotte delle novità proprio in materia di nuovi limiti reddituali per il regime forfettario e l’introduzione di una flat tax per l’IRPEF. Il limite dei ricavi viene innalzato a 65000 € con relativa revisione dei coefficienti di redditività. Quindi, dal 1° gennaio 2019 possono aderire al regime forfettario i professionisti che nel 2018 possiedono i seguenti requisiti:

  • Hanno ottenuto ricavi o percepito compensi entro i 65.000 €;
  • Non partecipano o non hanno partecipato a imprese familiari, società di persone, associazioni, organi di controllo di S.r.l. o associazioni in partecipazione che svolgono attività direttamente o indirettamente collegate a quella che svolge il professionista in regime forfettario (per non usufruire di vantaggi di un regime fiscale agevolato per attività simili come previste dal codice ATECO con altre modalità)

Per quanto concerne l’IRPEF, il regime forfettario versa il 15% sul proprio reddito determinato con il coefficiente di redditività che viene applicato al fatturato. Gli ordinari, invece, hanno le aliquote IRPEF che sono progressive per scaglioni:

  • Il 23% per redditi sino a 15.000 euro;
  • Il 27% per redditi che vanno da 15.001 a 28.000 euro;
  • Il 38% fra 28.001 e 55.000 euro;
  • Il 41% fra 55.001 e 75.000 euro;
  • Il 43% per redditi superiore ai 75.000 euro.

Nel regime forfettario è stata introdotta la misura della flat tax che andiamo a vedere nel dettaglio

Flat Tax e nuovi coefficienti di redditività

La flat tax è un’imposta unica introdotta con la Legge di Bilancio 2019 e che si applica sulla base di vari scaglioni di fatturati, nel modo seguente:

  • fatturato fino a 65 000 €la tassazione è del 15%;
  • fatturato tra 65 000e i 100 000 €, la tassazione è del 20%;
  • attività che è in faseavvio ovvero chi apre un’attività nuova che non aveva svolto nei 3 anni precedenti a quello di riferimento, la tassazione è al 5%.

Inoltre, dal punto di vista dei contributi è previsto una riduzione del 35% in seguito alla richiesta INPS.

Passaggio da regime ordinario a regime forfettario

Con l’innalzamento delle soglie di reddito, chi superava i “vecchi limiti” anche per poche migliaia di euro può decidere di passare al regime agevolato forfettario, purché si rientri nei nuovi limiti stabiliti e nelle condizioni previste. Il passaggio dal regime ordinario al forfettario è semplificato ed è sufficiente comunicare la propria volontà tramite la prima dichiarazione IVA che si presenta successivamente alla propria scelta.

Consigli utili

In ultimo diciamo che il consiglio migliore prima di aprire una Partita Iva è quello di avere le idee chiare sull’attività che si vuole avviare e poi, farsi una infarinatura sugli aspetti fiscali, quelli finanziari, quelli commerciali e tecnici della questione.

Per capire se vale la pena aprire una partita IVA è bene valutare sempre l’opportunità di lavoro per cui è richiesta la partita IVA o se rientrate in una di queste situazioni “tipo”:

  1. La collaborazione proposta proviene da una piccola realtà imprenditoriale in fase di lancio che vi richiede una consulenza in piena autonomia. Se da una parte questo significa partecipare al rischio di impresa, dall’altra parte vi è la possibilità di dimostrare le proprie capacità purché si creda nel progetto, si condividano gli obiettivi e il datore di lavoro dimostra fiducia e volontà di investire.
  2. La collaborazione con partita IVA è di natura principalmente commerciale basato su un reciproco scambio di servizi e precise regole di ingaggio tra due “imprese”;
  3. La collaborazione con partita IVA permette un adeguato grado di libertà rispetto al servizio o prestazione da fornire e il rapporto che si instaura è quello tipico di committente e cliente e non tra datore di lavoro e dipendente. Se il cliente/datore di lavoro apprezza l’approccio imprenditoriale, la proposta di collaborazione anche a lungo termine è valida e conviene aprire la partita IVA.
  4. Può valere la pena aprire una partita IVA se si desidera maturare un’esperienza “ponte” quale soluzione temporanea per uscire dalla disoccupazione e maturare esperienze nuove in un determinato settore professionale a cui si aspira accedere, ma per il quale non si sono maturare sufficienti esperienze.

Infine non guardate mai a breve termine, ma costruite qualcosa di solido che abbia una durata nel tempo.

Costi medi

Non c'è un costo specifico legato alla partita Iva, possiamo fornire quelli che sono i costi medi previsti per un contribuente tipo. Per iscriversi alla camera di commercio, il costo è di circa 100 euro. Se ci si rivolge ad un commercialista per avere assistenza, il prezzo può arrivare anche a circa 1000 euro l'anno. Il costo principale è legato al versamento dei contributi e ai pagamenti delle imposte. All'INPS vanno pagati in media 2.800 euro l'anno, ed un eventuale conguaglio se il reddito annuale supera i 13.819 euro. Per quanto riguarda IRPEF ed IRAP, il calcolo dei versamenti da effettuare va fatto in percentuale rispetto al reddito ottenuto. Se il reddito arriva a 28.000 euro, va pagato un 23-27% di IRPEF ed un 3,9% di IRAP. A questi costi vanno aggiunti quelli dei bolli, di circa 10 euri all'anno.

Aprire una Partita Iva è un passo obbligatorio per chi ha un proprio lavoro e comporta necessariamente dei costi, relativi non tanto all’apertura della pratica quanto alla gestione. Proprio per queste ragioni, è utile avere una quadro completo dell’informativa sull'imposta e affidarsi a persone competenti che possono dare un aiuto nella gestione di un’attività.

La telematizzazione di alcune pratiche ha portato alla semplificazione di alcune procedure come per esempio l’apertura della Partita Iva, che oggi può essere fatta tramite il sistema “Comunicazione Unica” attraverso i moduli scaricabili dal web. Di conseguenze i costi saranno relativi alla gestione (ricordiamo che è un codice a 11 cifre e deve visibile obbligatoriamente nelle fatture, sul sito web ufficiale e sui documenti richiesti). Tra i costi da mettere in conto c’è sicuramente la consulenza di un commercialista cui far affidamento per la gestione della propria attività.

Poi ci sono i costi previdenziali, che per una persona non occupata come impresa, equivale a 2887 euro più un’addizionale del 20% se il reddito è superiore a 14000 euro. Per quanto riguarda Irpef e Irap, le spese sono calcolate sulla percentuale del reddito dichiarato (per l’IRPEF si parla di una forbice tra il 23-27% per redditi fino a 28.000 euro, l’IRAP è pari invece al 3.90%).

Per giovani

Gli under 35 che fanno richiesta per una Partita IVA possono usufruire di alcuni vantaggi di tipo fiscale ed evitare diverse spese.

Tra i vari vantaggi fiscali, il pagamento dell'IRPEF viene calcolato sui redditi, ma l'aliquota applicata è del 5% anziché del 23%. Non è necessario, inoltre, tenere dei registri contabili, i quali comporterebbero l'assunzione di un commercialista, il quale si occuperebbe anche della dichiarazione dei redditi.

Fanno parte dei vantaggi anche quelli offerti dal cosiddetto "regime fiscale dei minimi", che con una riforma del 2012 è stato limitato a 5 anni, che però è rinnovabile.

Partita IVA Agricola

L'agricoltura italiana è uno dei pochi settori rimasti a non essere in crisi, e ciò è dovuto al fatto che gli imprenditori agricoli posso godere di diverse agevolazioni fiscali.

Come si apre?

Basta andare alla coldiretti, associazione dei Coltivatori Diretti, più vicina al proprio luogo di residenza con i propri documenti e compilare una serie di moduli inerenti al tipo di impresa che si vuole avviare. In più, non è necessario possedere un terreno, ma se lo si possiede è necessario aggiungere anche una visura e il titolo di possesso del terreno stesso.

Quali sono i costi legati ad una impresa agricola?

Le imprese agricolo sono tra le più avvantaggiate a livello di gestione e di imposte. All'avvio dell'impresa occorre solamente pagare il Diritto camerale, che ammonta a meno di 100 euro. Inoltre il contributo minimo INPS per gli IAP si aggira intorno ai 1.500€ contro i 3.000€ dovuti dagli altri tipi di imprese.

Se questo pezzo ti sta appassionando, ti suggeriamo di salvare anche quello riguardante la Partita IVA comunitaria. 

Agevolata

Esiste tuttavia la possibilità di aprirne una a regime agevolato; per poter usufruire di questa opportunità è necessario avere certi requisiti che sono:

  • Il contribuente non deve aver esercitato alcuna attività nei precedenti tre anni;
  • L’attività deve essere completamente nuova;
  • Il compenso massimo previsto per i lavoratori autonomi è di € 30.987,41;
  • Nei tre anni precedenti i richiedenti non hanno effettuato acquisti di beni strumentali per una somma totale non superiore a 15000 euro.
  • Non ha costi di chiusura

Chi sarà in possesso di questi requisiti potrà richiedere un regime agevolato che porterà di conseguenza anche dei vantaggi riguardo i costi:

  • Per i primi tre anni non si paga l’Irpef e le varie imposte addizionali
  • Queste imposte sono comunque sostituite da una tassa unica sul 10% del reddito raccolto

Chi usufruirà di questa opportunità però non potrà avete le detrazioni riferite all’imposta assolta, dovuta o addebitata sugli acquisti anche intracomunitari e sulle importazioni.

Se questo articolo ti ha catturato, allora siamo sicuri che potrà interessarti anche il nostro approfondimento sulla Ricerca della Partita IVA.

FAQ

Cos'è la Partita IVA comunitaria?

La Partita IVA comunitaria è un Codice Fiscale assegnato ad imprese o professionisti che operano all'interno dell'Unione Europea. Questo codice permette di effettuare operazioni commerciali e di pagare le tasse in modo semplificato in tutti i paesi membri dell'Unione Europea. Nel contesto della partita IVA comunitaria, è importante ricordare di versare anche il diritto camerale, utilizzando il Codice Tributo 3850, per mantenere in regola la propria posizione fiscale.

Come si richiede la Partita IVA comunitaria?

La Partita IVA comunitaria viene richiesta tramite l'Agenzia delle Entrate. L'interessato deve compilare il modulo "AA7/9" e inviarlo all'Agenzia delle Entrate, allegando la documentazione richiesta. Tra i documenti richiesti ci sono la copia del documento d'identità del richiedente, la prova dell'esistenza legale dell'impresa o della professione e la documentazione comprovante l'attività svolta all'interno dell'Unione Europea.

Quali sono i vantaggi della Partita IVA comunitaria?

La Partita IVA comunitaria permette di effettuare operazioni commerciali in tutti i paesi membri dell'Unione Europea senza dover richiedere una Partita IVA locale. Inoltre, permette di pagare le tasse in modo semplificato in tutti i paesi membri, riducendo la burocrazia e i costi amministrativi. Infine, la Partita IVA comunitaria è obbligatoria per chi vuole partecipare a gare d'appalto internazionali dell'Unione Europea.

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Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.