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Avendo già discusso in precedenza del controllo Vies, oggi ci immergiamo in un altro tema di cui crediamo possa suscitare la vostra curiosità.

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Oggi parliamo di Partita IVA per giovani. Se infatti da un lato le autorità politiche hanno favorito dei percorsi attraverso cui far incrementare le competenze dei disoccupati e, quindi, renderli più aperti verso le esigenze delle aziende, dall'altro si è tentato di fornire loro maggiori mezzi e facilitazioni per l'ingresso nel mercato del lavoro, anche per i cosiddetti giovani imprenditori.

Questi non sono altro che tutti quei soggetti che desiderano mettersi in gioco e cercare di avviare una qualsiasi attività professionale in proprio, magari basandosi sulle capacità innate od acquisite oppure su qualche idea originale da mettere in pratica. Per questi giovani dal 2016 vi è il regime forfettario di partita IVA, che permette loro di svolgere un'attività autonoma senza costi particolarmente gravosi. Il nuovo regime forfettario agevolato non distingue più tra under ed over 35. Non c'è più quindi un requisito di età, ma tutto si fonda sulla redditività (soglia di reddito prodotto) in base alla tipologia di attività. Chi invece ha aperto la partita IVA prima del 2016 rientra nella vecchia disciplina e potrà usufruire del precedente regime fino al trentacinquesimo anno di età. Procediamo con ordine e proviamo a dare qualche consiglio.

La partita IVA è un' imposta che va a gravare il valore aggiunto in fase di produzione di un bene. Per questo motivo, va a colpire quello che è l'incremento di valore di un bene al momento in cui c'è un passaggio economico nel percorso fra produzione e consumo. Aprire una partita IVA è gratis, ma significa comunque sostenere dei costi successivi, che riguarderanno in primis le imposte fiscali sul reddito conseguito. Lo Stato, comunque, prevede dei regimi agevolati interessanti per i giovani imprenditori.

Aiuti del Governo per imprenditori e professionisti: avvocati, artigiani, architetti e agricoltori

Tale iniziativa ha portato all'apertura di un sito web dedicato ai giovani che vogliono aprire una partita IVA col fine di avviare una attività imprenditoriale

Se vuoi scoprire quali sono le agevolazioni disponibili per aprire la tua Partita IVA, puoi confrontarti con un consulente fiscale.

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Aprire a regime forfettario agevolato: con quali costi? E' perfetto per la partita IVA per giovani

Per aprirla bisogna fare richiesta a un commercialista o alla Camera di commercio, in maniera gratuita. Un giovane che vuole aprirsi un'attività deve iscriversi presso un ente di previdenza sociale per il versamento dei contributi pensionistici. In questo modo, per i primi cinque anni di attività non si è ovviamente tenuti al pagamento dell'IRPEF.

I vantaggi: le deduzioni e il regime dei nuovi minimi (contributi INPS?)

I vantaggi sono soprattutto due: la possibilità di dedurre dai compensi tutti i costi lavorativi e l'accesso al regime dei nuovi minimi (o "super minimi"). Il titolare ha infatti il diritto di detrarre (completamente o parzialmente) tutti i costi giudicati inerenti alla propria attività, mentre i neo-iscritti rientrano nel regime fiscale dei cosiddetti nuovi minimi.

In generale, quindi, per un professionista a regime forfettario, il fatto di usufruire di un'aliquota bassa (assieme a vantaggi di altra natura) favorirà la sua competitività nel mercato del lavoro ed, in particolare, all'interno del suo ambito professionale. Infatti, egli potrà praticare tariffe minori per le proprie prestazioni o servizi offerti rispetto ad altri soggetti. Al tempo stesso, vi sarà un risparmio considerevole sulle spese o costi affrontati per la sua giovane attività. Tutti elementi importanti per poter lavorare in piena autonomia.

Gli svantaggi: cosa succede al di fuori del regime dei minimi?

Al di fuori del regime dei minimi sopracitato, scattano tutte le aliquote ordinarie e il pericolo "tenaglia fiscale", soprattutto per i redditi sotto i 30.000 euro, potrebbe risultare fatale. Tali imposte ordinare arrivano a superare anche il 25% circa, e passare da una tassazione del 5% ad una del 30%, soprattutto per attività non ben consolidate, può rappresentare un grosso pericolo.

Se il presente articolo sta risvegliando la tua curiosità, ti suggeriamo di conservare il link all'articolo riguardante la partita IVA in Spagna.

Requisiti che riguardano la partita iva per giovani uomini e donne. Ecco come diventare liberi professionisti

Quando si parla di "nuovi minimi" si intende uno dei trattamenti fiscali più agevolati e favorevoli d'Europa, ben lontano dalla realtà con la quale si devono confrontare ogni giorno i titolari di partita IVA ordinaria in Italia. Per usufruire del nuovo regime non è importante che il lavoratore autonomo sia under 35, ma il requisito fondamentale è quello di non superare ricavi annuali pari a € 30.987,41. Inoltre, l'attività da avviare deve essere completamente nuova, ovvero la persona non deve aver svolto attività di alcun genere nei precedenti 3 anni. Il regime forfettario consente al giovane di risparmiare su eventuali imposte e tasse, vedendosi riconosciuto un regime fiscale agevolato utile nella fase iniziale di un'attività.

Quindi, lo Stato italiano intende favorire l'imprenditorialità giovanile, attraverso una serie di strumenti che possano agevolare l'avvio di un'attività ed il suo consolidamento nel mercato. Naturalmente, tali strumenti evidenziano vantaggi e svantaggi, in base, tra le altre cose, al tipo di attività che si intende svolgere oppure al regime prescelto. Tuttavia, essi hanno l'obiettivo finale di aiutare dei giovani a lanciarsi con le proprie idee e capacità nel difficile mondo del lavoro e affrontare le sfide di un mondo globalizzato. E' terminato il nostro approfondimento sulla Partita IVA per giovani.

Se trovi interessante questo articolo, ti suggeriamo di tenere in considerazione anche quello sulla Ricerca della Partita IVA.

Che cos’è il bonus Partita IVA 2022

Conosciuto con il nome di ISCRO o Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa, si tratta di un’indennità rivolta ai liberi professionisti – inclusi gli studi associati e le società semplici – che sono iscritti alla gestione separata e che svolgono professioni autonome nell’ambito delle arti e dei mestieri.

Il bonus Partita IVA 2022 interessa i lavoratori che:

  • non possiedono un trattamento pensionistico diretto né sono assicurati con altre forme previdenziali obbligatorie;
  • non sono beneficiari del Reddito di cittadinanza;
  • hanno dichiarato un reddito inferiore o pari a 8.145 €;
  • sono in regola con il versamento dei contributi previdenziali;
  • sono titolari di partita IVA attiva da quattro anni per l’attività dichiarata di svolgere e per cui si è iscritti alla gestione previdenziale.

Il bonus partita IVA è stato disciplinato dalla Legge di Bilancio 2021, confermato nella manovra del 2022 ed è relativo al biennio 2022 e 2023. Coloro che possiedono i requisiti per ottenere il bonus, potranno ricevere un contributo mensile per la durata di sei mesi.

Come si calcola l’ISCRO o bonus partita IVA 2022

Secondo quanto chiarito dall’INPS tramite circolare n. 94 del 30 giugno 2022, il bonus Partita IVA consiste nell’erogazione di una mensilità pari al 25% dell’ultimo reddito dichiarato e per la durata di sei mesi. A partire dalla data di presentazione della domanda. A titolo esemplificativo, il calcolo operato è il seguente: a fronte di un reddito annuo dichiarato di 6.000 €, questo viene diviso per due (= 3.000 €) e moltiplicato per il 25% (= 750 €) che determina, così, l’importo mensile del bonus ISCRO. Il bonus non può essere di importo mensile inferiore a 250 € né può superare 800 €. Pertanto, nel caso di importi inferiori o superiori, l’avente diritto percepirà in misura prestabilita, l’unità minima garantita di 250 € mensili per sei mesi o la massima di 800 € mensili. Il bonus è erogato per sei mensilità e nell’arco del triennio in cui è in vigore la misura, vi si può accedere una sola volta.

La richiesta si effettua in via esclusivamente telematica tramite credenziali SPID, CIE (Carta Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi) entro il 31 ottobre – rispettivamente – del 2022 e del 2023.

Cos'è il Reddito di Cittadinanza

Ritenuta una delle misure più importanti ed urgenti da avviare per il governo italiano, il reddito di cittadinanza è considerato in maniera diversa e addirittura opposta in certi casi da politici e economisti. Infatti, se per alcuni, questa iniziativa servirà a giovani disoccupati o soggetti con un reddito modestissimo di poter vivere in maniera più dignitosa, per altre persone invece è vista come una sorta di inutile e costoso assistenzialismo statale. 

Tale misura è presente comunque già anche in altri Paesi europei, chiamata anche come Reddito di base o Reddito minimo garantito, e da diversi anni. Andiamo a conoscere nello specifico cosa sia (tenendo conto che esso potrà subire possibili modifiche prima della sua effettiva entrata in vigore, prevista per i primi mesi del 2019), quali siano i requisiti richiesti per poterlo ottenere e soprattutto quali i soggetti che ne potranno usufruire.

Questa iniziativa è in pratica una misura di sostegno economico indirizzata a vari soggetti che si trovano in una condizione di bisogno o di povertà e quindi senza un reddito o che ne posseggano uno ma sia al di sotto del livello considerato appunto di povertà, quindi di 780 Euro mensili. E' un'iniziativa, secondo i loro ideatori, destinata a ridurre la disuguaglianza economica e sociale ed a promuovere il diritto al lavoro ed alla formazione professionale.

I soggetti, che posseggono i requisiti richiesti e che si quantificano nel nostro Paese attorno ai 5-6 milioni di persone, di conseguenza potranno chiedere tale sostegno economico per intero o parzialmente in base alla loro situazione economico-lavorativa. Naturalmente, per evitare elargizioni statali non giustificate, i richiedenti dovranno rispettare alcune regole per ottenerlo e poi per continuare ad averne diritto. Il tutto per evitare che le persone usufruenti possano lavorare in nero o addirittura essere invogliati a non cercare lavoro.

I requisiti richiesti ed i soggetti destinatari

Per poterne fare richiesta si deve essere giovani maggiorenni e quindi con almeno 18 anni di età; essere disoccupati o inoccupati oppure possedere un reddito che sia inferiore alle 780 Euro mensili (quindi al di sotto del livello di povertà riconosciuto dall'Istat e che comunque sia attestato da una certificazione Isee); infine, essere soggetti (italiani e stranieri) residenti nel nostro Paese da almeno 10 anni.

Coloro che risultano senza reddito, quindi disoccupati o i poveri, potranno ricevere l'intera quota mensile stabilita da tale iniziativa, in pratica 780 Euro. I soggetti invece che risultano avere delle entrate mensili, sia pur modeste, potranno ottenere solo una parte di tale cifra e che faccia arrivare alla quota fatidica delle 780 Euro al mese. Il tutto potrà essere ottenuto soltanto per un massimo di 3 anni. Tuttavia, esistono ulteriori ed importanti condizioni per poter ricevere questo sostegno.

Infatti, i soggetti maggiorenni e comunque fino ai 25 anni di età, dovranno essere in possesso di una qualifica o diploma professionale riconosciuto ed utilizzabile in ambito nazionale e della UE oppure un diploma di istruzione secondaria superiore utile all'ingresso nel mercato del lavoro o, ancora, frequentare un corso o un qualunque percorso in ambito istruttivo-formativo, che possa far ottenere tali diplomi o qualifiche.

Per continuare a ricevere questo aiuto finanziario, invece, i destinatari dovranno iscriversi ai centri per l'impiego (se disoccupati); frequentare un corso di qualificazione o riqualificazione professionale; potranno rifiutare al massimo due offerte di lavoro; destinare alla ricerca di un impiego almeno due ore al giorno e otto ore settimanali invece alla comunità, sotto forma di lavori socialmente utili o di progetti; non recedere più di due volte l'anno da contratti di lavoro senza giusta causa; infine comunicare all'Inps eventuali variazioni di reddito. 

In seguito si dovrà stabilire con esattezza come poter ricevere tali soldi, tuttavia è previsto che non si riceveranno in contanti, bensì attraverso una card specifica o altro sistema, comunque che possa essere rintracciabile. Gli acquisti potranno essere effettuati attraverso tale card e saranno limitati: in pratica potranno essere comprati (soltanto in Italia e non all'estero) beni necessari e non superflui, come ad esempio abbigliamento ma non dispositivi elettronici.   

Requisiti e come presentare la domanda

Se ci si trova momentaneamente in una situazione difficoltà, il Reddito di cittadinanza potrebbe agevolare una formazione e a trovare lavoro, consentendoti così di integrare il reddito della tua famiglia. Per compilare la domanda di richiesta al reddito di cittadinanza, non basta la buona volontà e la voglia di fare, ma risultano imprescindibili alcuni requisiti senza i quali la domanda risulterebbe essere nulla. In primo luogo, di fondamentale importanza, è il possedere la cittadinanza italiana o europea o lungo soggiornante e  richiedere in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in via consecutiva.

Al fine di presentare la domanda, il range temporale è dal 6 al 31 Marzo,  per richiedere il contributo che sarà erogato ad aprile. Bisogna però anche sottoscrivere i patti: in funzione dei tuoi requisiti infatti si verrà convocati dei Centri per l’impegno per sottoscrivere un patto per il lavoro o dai Comuni per sottoscrivere un Patto per l’Inclusione sociale. In conclusione, per compilare la domanda e presentarla, ci si può rivolgere al CAF, oppure online sul sito dell’INPS. Si può però anche fare richiesta online per ottenere il reddito e, indispensabile in questo senso, è aver attivo SPID (Sistema Pubblico di identità Digitale), il quale si può facilmente richiedere presso uno degli IDENTITY Provider Accreditati.

Se sei rimasto affascinato da questo articolo, crediamo che potresti trovare interessante anche il nostro dettagliato studio sulla Partita IVA comunitaria.

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.