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Avendo già discusso in precedenza della partita Iva in Spagna, oggi ci immergiamo in un altro tema di cui crediamo possa suscitare la vostra curiosità.

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L’apertura di una Partita IVA non è una decisione facile da prendere, soprattutto per i giovani, né per coloro che hanno abbandonato un posto di lavoro con tempo indeterminato e nemmeno per coloro che hanno iniziato già a lavorare come liberi professionisti. In quest’ultimo caso si pensa spesso, erroneamente, che sia meglio lavorare con la ritenuta d’acconto oppure, se si producono contenuti, optare per il diritto d’autore.

Crearsi una propria partita IVA è il primo passo per diventare un libero professionista ed un lavoratore autonomo. Ma come si fa ad aprire la partita IVA? In realtà la procedura è molto semplice. Quello che le ruota attorno invece, richiede grande attenzione.

A cosa serve e chi può aprirla?

La partita IVA permette ad una azienda o ad un libero professionista di svolgere il suo lavoro in un regime di libertà. Questo significa che, ad esempio, un libero professionista sarà il datore di lavoro di sé stesso.

L’apertura di una partita IVA è destinata a tutti i titolari di una società ed ai professionisti autonomi ma, in questo caso, si deve distinguere fra il content manager, il giornalista o il grafico, i quali devono aprire la partita IVA come liberi professionisti attenendosi ad un codice per la propria professione, detto codice Ateco. Invece, un artigiano, per esempio, dovrà aprirla  come una ditta individuale.

Per quanto riguarda il codice Ateco, esso è l’acronimo di Attività Economica ed è una combinazione alfanumerica dove le lettere rappresentano il macro-settore economico nel quale si svolge l’attività, invece, i numeri identificano le sottocategorie di queste. Il codice Ateco, quindi serve ad identificare la professione.

Dove si apre una Partita IVA: come muoversi

Per aprire una partita IVA basta semplicemente collegarsi al sito dell’Agenzia delle Entrate e comunicare l’inizio dell’attività entro 30 giorni da quando è stata avviata.

Pe quanto riguarda il libero professionista, al momento dell’apertura, si dovrà presentare la dichiarazione sullo specifico modello AA9/7 e iscriversi alla Gestione Separata dell’Inps che è destinata ai lavoratori autonomi e ai parasubordinati. Questa regola non vale ad esempio per i giornalisti, il cui ente di previdenza è l’Inpgi2 oppure per i musicisti che devono iscriversi all’Enpals.

Chi possedeva in passato un contratto a tempo indeterminato, molto probabilmente dovrà iscriversi alla Gestione Separata ma è stato svolto qualche lavoro con contratto di collaborazione coordinata oppure con il contratto a progetto, è assai probabile ritrovarsi già iscritti. Per essere certi basta telefonare all’ente di previdenza, che confermerà la posizione. Una nuova iscrizione, invece, si può effettuare sia negli uffici che online.

Se la vostra sarà una ditta individuale, allora, dovrete presentare il modello AA7/7 ed iscrivervi al Registro delle Imprese della Camera di Commercio.

Le operazioni di cui sopra possono essere semplificate usando la Comunicazione Unica che, utilizzando il sito della Camera di Commercio, permette di richiedere in una sola volta il Codice fiscale e la partita IVA, iscriversi all’Inps, aprire la posizione Inail e iscriversi al Registro delle Imprese.

I vari modelli suddetti si possono essere scaricare dal sito dell’AdE e presentare in 3 modi: presso l’ufficio preposto dell’Agenzia delle Entrate; inviandoli telematicamente attraverso il software ad hoc presente sul sito dell’Agenzia delle Entrate, spedendoli con raccomandata A/R a cui allegherete la fotocopia della carta d’identità o del passaporto.

Se trovi interessante questo articolo, ti suggeriamo di tenere in considerazione anche quello sulla Ricerca della Partita IVA.

Tempi e costi

I tempi per l’apertura della partita IVA sono brevi: per i liberi professionisti, dopo aver presentato tutta la documentazione si riceverà entro 24 ore la ricevuta di assegnazione. Unitamente a questa vi sarà rilasciata anche il numero di partita IVA. Per le ditte individuali, invece, si dovrà passare per l’iscrizione alla Camera di Commercio e la comunicazione al Comune dell’avviamento di un’attività.

Per quanto riguarda i costi, questi sono esigui e riguardano quelli di iscrizione alla Camera di Commercio o l’eventuale onorario di un commercialista.

Diverso è il discorso per i costi di gestione: bisogna considerare in primis il compenso del commercialista che, generalmente varia da 300 a 1000 euro l’anno; poi si devono valutare le tasse, eventuali costi per l’ufficio o per il coworking, vari costi di spostamento, eventuali pranzi o cene con i clienti, ecc. Infine, altri costi, possono dipendere dal regime forfettario o regime agevolato per start up, in cui si inserisce l’attività.

Dove si apre una Partita IVA: documenti

Sei interessato ad aprire la Partita IVA per aprire una start up, ma non sei a conoscenza di quali documenti sono necessari da allegare al Modello da presentare all’Agenzia delle Entrate? Per evitare errori, continua a leggere questa guida e scoprirai tutte le modalità per lavorare con la partita Iva servendoti di tutti i documenti necessari. Questo articolo da una panoramica generale di cosa portare con se nel momento in cui si vuole lavorare individualmente, ma è sempre bene consultare il proprio commercialista di fiducia per evitare di incorrere in errori e in seccanti procedure da sbrigare.

La Partita IVA, costituita da undici cifre, può essere ottenuta attraverso diverse vie:

  • inviando una raccomandata con ricevuta di ritorno, accompagnata dai modelli richiesti e dalla copia del proprio documento d'identità;
  • rivolgendosi all'Agenzia delle Entrate;
  • facendo domanda presso l'ufficio del Registro Imprese della Camera di Commercio;
  • utilizzando la modalità telematica della Comunicazione Unica.

Prima di procedere con la richiesta della Partita IVA, è importante informarsi sulla legge di Bilancio, introdotta dalla flat tax al 15% o al 5%, che ha apportato modifiche al Regime Forfettario.

Agevolazioni per le nuove imprese: scopri come aprire la tua attività

Dopo avervi parlato delle possibilità legate alle assunzioni, oggi vi parliamo delle agevolazioni per le nuove imprese che lo Stato ha rilasciato negli ultimi anni; ricordiamo che le “nuove” imprese che possono accedere ai benefici devono essere state costituite da non oltre 60 mesi. Nuovi sono anche i limiti per la presentazione della domanda, ovvero non vi sono date di scadenza, ma si potrà presentare domanda fino a esaurimento dei fondi.

Secondo l'Istat, nel 2020 sono state iscritte al Registro delle Imprese in Italia circa 400.000 nuove imprese. Non occorre precisare purtroppo il fatto che il 2020 sia stato un anno particolarmente difficile a causa della pandemia di COVID-19: tutto ciò ha fatto registrare un calo delle nuove iscrizioni rispetto agli anni precedenti. Ultimamente però siamo tornati a farci più vivi che mai ed è per questo che ci teniamo a tenere sempre aggiornato questo articolo, elencando nel corso del tempo le varie opportunità che lo Stato mette a disposizione per gli Imprenditori.

Ecco tutte le novità in dettaglio!

Normativa: il decreto “Crescita”

Nel 2019 fu approvato il decreto attuativo ministeriale – denominato Legge “Crescita” – n. 34/2019 a favore delle nuove imprese costituite da giovani e / o donne (con agevolazioni a tasso zero). Il decreto mirava a semplificare le procedure per l’ottenimento dei finanziamenti agevolati per le costituende imprese giovanili e femminili. La platea dei beneficiari è dunque stata ampliata, così come è stata rivista la durata e l’entità dei finanziamenti (L. n. 58/2019 - Legge di conversione del decreto Crescita).

Il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico emanato di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze modifica il Titolo I del D.Lgs. n. 185 del 21 aprile 2000 concernente gli incentivi a favore dell’auto-imprenditorialità, che nel tempo sono stati rinnovati con la dicitura e l’attivazione della misura comunemente nota come “nuove imprese a tasso zero”.

Il decreto Crescita punto per punto: le agevolazioni per le nuove imprese

Il plafond degli Investimenti dunque si ampliò e non si trattava più di un contributo a fondo perduto, ma di un mutuo agevolato a tasso zero per un investimento – al massimo delle spese ammissibili - di 1,5 milioni ad impresa. I beneficiari possono essere anche imprese costituite da meno di un anno o da costituire.

  1. Durata del finanziamento: è stata estesa la durata dei mutui agevolati per gli investimenti dagli attuali 8 anni a 10 anni.
  2. Beneficiari: sono ammessi alle agevolazioni le micro e le piccole imprese la cui compagine societaria sia composta per oltre la metà dei soci e delle quote di partecipazione da persone di età compresa tra 18 e 35 anni o da donne di qualsiasi età.
  3. Caratteristiche societarie: le imprese beneficiare devono essersi costituite da meno di 60 mesi alla presentazione della domanda di agevolazione (il limite precedente era di 12 mesi).
  4. Ammontare del beneficio: il limite del beneficio erogabile è di 1,5 milioni che viene innalzato per le imprese che si sono costituite da almeno 36 mesi e non oltre 60 mesi. L’importo finanziabile non deve essere superiore al 75% della spesa ammissibile, ma viene elevato al 90% nel caso di imprese costituitesi tra 36 e 60 mesi (ammessa la concessione delle agevolazioni ai sensi dell’art. 17 del Regolamento UE n. 651/2014 che ammette la compatibilità di alcuni aiuti del Governo con il mercato interno europeo).
  5. Le agevolazioni sono cumulabili con altri aiuti di Stato: anche de minimis e secondo i limiti sanciti dalle direttive europee in riferimento agli aiuti di Stato.
  6. Persone fisiche: sono ammessi alle agevolazioni anche le persone fisiche purché costituiscono una società entro 45 giorni dall’approvazione della domanda di finanziamento. 

I settori agevolabili e le spese ammissibili delle imprese costituite o da costituire che possono accedere al finanziamento e che pertanto possono presentare domanda sono:

  • Produzione di prodotti agricoli nell’ambito dell’industria, artigianato e trasformazione dei prodotti;
  • Fornitura di servizi a imprese e/o persone;
  • Commercio di beni e /o servizi;
  • Turismo;
  • Imprese che lavorano nell’ambito della valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale, paesaggistico – ambientale, ricettività e accoglienza turistica e culturale.
  • Imprese nell’ambito dell’innovazione sociale, vale a dire imprese o attività che producono beni  o forniscono servizi per la creazione di nuove relazioni sociali o il soddisfacimento dei nuovi bisogni sociali.

Le spese ammissibili agli incentivi di auto-imprenditorialità sono quelle relative a:

  • Produzione di beni nell’ambito dell’industria, artigianato e trasformazione dei prodotti agricoli
    • Terreno fino al 10%;
    • Opere murarie, costruzione, ristrutturazione o acquisto: 40%;
    • Impianti e macchinari: nessun limite;
    • Brevetti e marchi: fino al 20%;
    • Servizi ICT fino al 20%;
    • Formazione e consulenze: 5%.
  • Sevizi alle imprese, alle persone e commercio di beni e servizi:
    • Opere murarie per acquisto o ristrutturazione: 40%
    • Spese per impianti e macchinari: nessun limite;
    • Brevetti,  marchi e servizi ICT: 20%;
    • Formazione e consulenza: 5%.
  • Turismo e filiera turistico-culturale:
    • Opere murarie, acquisto o ristrutturazione: 70%;
    • Impianti : nessun limite;
    • Brevetti, marchi e ICT: 20%;
    • Formazione e consulenze: 5%.

Come fare la domanda per queste agevolazioni?

agevolazioni nuove imprese

L’ente che gestisce i fondi ed eroga la misura è Invitalia, l’agenzia governativa per lo sviluppo delle imprese. La domanda si presenta esclusivamente per via telematica attraverso il sito dell’ente. È richiesta la registrazione sul sito di Invitalia ed è sufficiente indicare un indirizzo e-mail di posta ordinaria (la PEC non è obbligatoria). Dopo la registrazione si può accedere all’area riservata alle agevolazioninuove imprese a tasso zero” dove è possibile compilare direttamente online la domanda e caricare gli allegati richiesti. Al termine della procedura viene assegnato un protocollo elettronico. La domanda non ha scadenza. L’agevolazione Nuove Imprese è una misura a sportello vale a dire che le domande possono essere presentate fino a quando c’è la disponibilità dei fondi. Le domande vengono valutate ed esaminate in base all’ordine cronologico di arrivo e la risposta viene data entro 60 giorni dall’invio della domanda. La valutazione comprende anche un colloquio con i consulenti di Invitalia.

I moduli da compilare e gli allegati sono scaricabili dal sito del gestore, la modulistica è suddivisa in base a “imprese già costituite” e “imprese da costituire”. La modulistica per le imprese già costituite è la seguente:

  • Domanda;
  • Piano di impresa
  • Curriculum dei richiedenti;
  • Dichiarazione riepilogativa;
  • Dichiarazione dei carichi pendenti;
  • Dichiarazione antimafia società;
  • Dichiarazione antimafia cooperative
  • Dichiarazione familiari conviventi;
  • Dichiarazione antiriciclaggio.

La modulistica per le imprese da costituire prevede:

  • La domanda;
  • Il piano di impresa;
  • Il curriculum dei richiedenti.

Come vengono valutate le domande?

web designer

Potrebbe risultare spontaneo chiedersi come le domande vengano valutate al fine di poterle anche effettuare in maniera corretta ed avere maggiori possibilità di ottenere quanto si desidera. I punti salienti di questo incontro riguardano: l’assenza di limiti minimi di investimento, fattore ad oggi importantissimo soprattutto per i giovani; la possibilità di intervenire ed ottenere agevolazioni anche per sedi diverse purché queste siano interconnesse; la possibilità, da parte di soci, di presentare più di una domanda comparendo in compagini societarie diverse; l’esclusione delle ditte individuali ma non delle società unipersonali.

Vi ricordiamo, inoltre, l’importanza della tempestività nella presentazione delle domande perché in caso di esaurimento fondi allora le agevolazioni verranno concesse solo sotto forma di finanziamento agevolato.

L’iter di valutazione delle domande è composto da due fasi, la prima prevede la valutazione del progetto, della sua fattibilità e del gruppo imprenditoriale che verrà valutato attraverso un colloquio per approfondire tutti gli aspetti del piano di impresa. Solo una volta superato questo colloquio è possibile accedere ad un secondo colloquio che verte, invece, sulla sostenibilità dell’iniziativa e quindi quanto questa sia al passo con i tempi e sugli aspetti economici e finanziari del progetto.

Le agevolazioni vengono concesse in base ad una procedura valutativa con procedimento a sportello a cui segue, se l’esito è positivo, la stipula del contratto di finanziamento e l’erogazione della cifra che non deve essere inferiore al 10% dei costi ammessi.
Nel caso in cui fosse necessario, l’impresa ha la possibilità di richiedere la proporzionale erogazione delle agevolazioni relative alle esigenze di capitale circolante. 

Consigliamo di consultare il sito web del Ministero dello Sviluppo Economico o il sito web del governo italiano per informazioni aggiornate e dettagliate sui decreti e le misure a sostegno della creazione di nuove imprese.

Esistono diverse misure a sostegno dell'imprenditoria (per la creazione e l'agevolazione per le nuove imprese nel nostro Paese)

Alcune di queste includono:

  • Finanziamenti a tasso agevolato: si può accedere a questo tipo di fondi attraverso diverse fonti, come la Cassa Depositi e Prestiti, le banche regionali e le camere di commercio. I fondi ottenuti si possono investire per esempio nella realizzazione di un sito web per la propria attività.
  • Agevolazioni fiscali: come la possibilità di dedurre gli investimenti in beni strumentali e l'applicazione di aliquote IVA ridotte per determinati beni e servizi.
  • Bandi e concorsi: il governo italiano e le regioni promuovono spesso bandi e concorsi per la creazione di nuove attività, offrendo premi ed aiuto per lo sviluppo del proprio progetto.
  • Servizi di consulenza: esistono diversi servizi di consulenza gratuiti o a prezzi agevolati per aiutare i nuovi imprenditori a sviluppare i loro progetti.
  • Formazione: sulle competenze imprenditoriali e programmi di mentoring

In Italia, le nuove società possono sfruttare diverse agevolazioni fiscali per agevolare la propria attività

Ecco alcune delle principali agevolazioni fiscali per le imprese in Italia:

  • Credito d'imposta per investimenti in beni strumentali: le imprese possono dedurre dal reddito imponibile una percentuale degli investimenti in beni strumentali nuovi, come macchinari e attrezzature. In pratica sono incentivi che possono essere utilizzati dalle nuove imprese per compensare parte dei costi sostenuti per l'avvio dell'attività o per investimenti in attività innovative. 
  • Regime forfettario: per le piccole è possibile scegliere il regime forfettario, che prevede aliquote fiscali più basse e semplificazioni contabili.
  • Super ammortamento: le aziende possono dedurre dal reddito una maggiore percentuale degli investimenti in beni strumentali nuovi
  • Bonus R&S: le imprese che effettuano investimenti in attività di ricerca e sviluppo possono beneficiare di un credito d'imposta pari al 50% delle spese sostenute.
  • Bonus facciate: le società che effettuano interventi di riqualificazione delle facciate degli edifici in cui operano possono beneficiare di un credito d'imposta pari al 90% delle spese sostenute.
  • Agevolazioni per le start-up innovative: le attività innovative possono beneficiare di alcune agevolazioni fiscali, tra cui la possibilità di dedurre dal reddito imponibile gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo 

Tutte queste agevolazioni possono variare in base alle politiche del governo e delle regioni, è importante consultare sempre il sito web del Ministero dello Sviluppo Economico o delle Regioni italiane per avere informazioni più aggiornate.

Se sei rimasto affascinato da questo articolo, crediamo che potresti trovare interessante anche il nostro dettagliato studio sulla Partita IVA comunitaria e sulla partita IVA in Spagna.

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.