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Prima la crisi economica e successivamente la pandemia da Covid-19, che hanno investito l’Italia ed il resto del mondo, hanno messo a dura prova l’esistenza di diverse imprese italiane sui diversi mercati. A fronte del blocco di varie attività e quindi anche delle opportunità di entrate, le società hanno dovuto continuare a pagare i dipendenti, i locali aziendali, le forniture dei vari servizi (dall'elettricità alla telefonia ed internet).

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Per fornire sostegno a queste importanti realtà del nostro Paese ed evitare il crollo delle attività economiche, il governo italiano ha previsto diverse misure ed agevolazioni, che vanno sotto il nome generico di Bonus Impresa. Tali iniziative, come vedremo, sono diverse e coinvolgono società di molteplici settori. Andiamo a conoscere meglio quali siano tali misure e quali le agevolazioni previste.

In cosa consiste il Bonus Impresa

Molte delle iniziative e del sostegno economico fornito ad aziende e singoli professionisti erano stati già avviati prima o nel corso del 2020, attraverso svariati atti normativi: dalla Legge di Bilancio 2020 a Decreti Legge appositi. Tuttavia, essi hanno avuto conferma o addirittura sono stati migliorati con la Legge di Bilancio 2021. Il bonus Impresa, quindi, è stato arricchito man mano e perfezionato per sostenere le varie realtà economiche e per un loro rilancio post pandemia.

Questo bonus Impresa viene proposto come un credito d’imposta di cui si può usufruire per diverse attività e in vari ambiti, anche geografici. Agevolazioni che vanno dal cosiddetto Piano Transizione 4.0 al turismo, passando poi per il consolidamento economico di un’impresa, per gli Investimenti pubblicitari e per il Mezzogiorno d’Italia e per eventuali riorganizzazioni aziendali. Andiamo comunque maggiormente nel dettaglio.

L’importante Piano Transizione 4.0

Questo piano si compone di vari capitoli. Il primo è rappresentato da Investimenti in beni strumentali. Ai fini della trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi aziendali, è possibile ottenere alcuni crediti d’imposta con differenti aliquote in base alle caratteristiche del bene e all’anno di acquisizione. Vi sono pertanto un credito d’imposta per beni strumentali materiali 4.0, per beni strumentali immateriali 4.0 e per beni strumentali materiali e immateriali generici non 4.0.

Tali aliquote del credito d’imposta variano dal 6% al 50%, in base al periodo d’investimento e della quota di denaro investita. Ne possono usufruire le imprese operanti nel nostro Paese. Il secondo capitolo del piano connesso al bonus Impresa è rappresentato da investimenti per Ricerca, Sviluppo ed Innovazione Tecnologica per le aziende. Anche in questo caso, il livello di credito d’imposta va dal 10% al 45%, in base al tipo di investimento effettuato e alla regione in cui opera la società che lo effettua.

Terzo capitolo del Piano Transizione riguarda il cosiddetto Bonus Formazione 4.0. È disponibile un credito d’imposta per aziende che favoriscano la formazione del personale dipendente, al fine di acquisire o rafforzare competenze fondamentali per la trasformazione tecnologica e digitale.

Entro la fine del 2021 e confermato per il 2022 si possono richiedere gli incentivi correlati al Piano Industria 4.0. Tuttavia, i contributi fino al 50% saranno richiedibili entro il 31 dicembre 2021. Per l’anno 2022 gli incentivi saranno erogati al 40%, al 20% e al 10% (per imprese ed esercenti arti e professioni) nei casi seguenti:

  • Beni materiali non 4.0: 6% per investimenti fino a 2 milioni di euro dal primo gennaio al 31 dicembre 2022;
  • Beni immateriali non 4.0: 6% per investimenti fino a 1 milione di euro dal primo gennaio al 31 dicembre 2022;
  • Beni immateriali 4.0: 20% per investimenti fino a 1 milione di euro fino al 31 dicembre 2022.

Tra le circolari dell’Agenzia delle Entrate riferite alle agevolazioni relative al Piano Transizione 4.0, è stato precisato che un macchinario tecnologicamente avanzato necessita di essere collocato nell’adeguato contesto aziendale, pena la revoca del beneficio. Quindi, non è sufficiente acquistare un macchinario che abbia specifiche di avanguardia per poter usufruire dell’agevolazione, ma deve anche essere funzionante e utile e inserito operativamente nel contesto aziendale. Il bonus, tuttavia, è esteso anche ai macchinari con funzioni semplici purché di ultima generazione.

Agevolazioni del bonus Impresa per il settore del Turismo

Per questo ambito fortemente colpito dalle conseguenze economiche della pandemia, vi sono due tipologie di credito d’imposta disponibili. Il primo, relativo alle “Ristrutturazioni” e riguardanti strutture recettive di tipo turistico ed alberghiero, attività agrituristiche e stabilimenti termali, prevede un credito d’imposta del 65%. 

Il secondo, relativo alle “Locazioni” e riguarda società turistico-recettive, agenzie di viaggio e tour operator. In questo caso, il credito d’imposta riconosciuto va dal 30% al 60% per canoni di locazione pagati per strutture destinate ad uso non abitativo, per eventuali affitti d’azienda e per altri casi specifici. Una condizione prevista per usufruire del bonus Impresa in tal caso, è rappresentata (con alcune importanti eccezioni) dal calo del fatturato o dei corrispettivi.

Investimenti in pubblicità

bonus impresa

Le società, i lavoratori autonomi e gli enti non commerciali che volessero effettuare investimenti in pubblicità su vari media, possono usufruire del cosiddetto Bonus Pubblicità appunto. Si prevede un credito d’imposta del 50% sulla quota di investimenti complessiva, per coloro che li effettuassero su giornali quotidiani ed anche periodici, pure online. Tale cifra aumenta al 75%, con alcune condizioni specifiche, invece per quelli attuati su emittenti radio e televisive locali.

Le date di scadenza per gli investimenti ammissibili per usufruire del bonus pubblicità vanno dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021. Per il 2022, l’incentivo è rinnovato e si prendono in considerazione le spese effettuate dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022. La domanda per i contributi si deve trasmettere a partire dal 1° al 31 marzo 2022 per l’anno 2022. La soglia di spesa ammissibile è di 50 milioni di € ogni anno. Qualora la spesa per le attività promozionali dovesse superare la soglia dei 50 milioni, si applica il riparto con riduzione a percentuale. Una delle condizioni per poter ottenere il bonus consiste in investimenti pubblicitari su media regolarmente iscritti al Registro degli Operatori della Comunicazione (ROC). Il bonus pubblicità non è cumulabile con altre agevolazioni.

Il sostegno agli investimenti nel Mezzogiorno

Il bonus Impresa prevede agevolazioni, sotto forma di credito d’imposta, anche per investimenti nell’acquisto di beni strumentali nuovi (attrezzature, impianti e macchinari), destinati a strutture aziendali situate nel Mezzogiorno del Paese, la Sardegna e alcune regioni del Centro (Molise ed Abruzzo). Tale credito d’imposta, con quote massime d’investimento, varia dal 10% al 45%, in base all’ambito territoriale e alle dimensioni dell’azienda.

Altri bonus per le imprese

Il bilancio 2022 prevede la definizione di nuovi incentivi fiscali per l’occupazione come per esempio l’esonero contributivo in caso di assunzioni a tempo indeterminato con il contratto di rioccupazione. Prorogato anche il bonus lavoro giovani under 36 e confermate anche le:

  • Agevolazioni per assunzione di over 50;
  • Bonus di decontribuzione sud;
  • Agevolazioni per assunzione delle donne.

I bonus e le agevolazioni per le imprese sono stati prorogati nell’ambito del piano Transizione 4.0 con l’aumento delle coperture per l’internazionalizzazione e i contributi alle PMI per l’acquisto di beni strumentali (la legge detta “Nuova Sabatini” con il rinnovo delle risorse per il fondo di garanzia PMI.

Per le imprese turistiche è stato introdotto il superbonus Hotel 80% e per stimolare l’imprenditoria femminile è stato istituito il Fondo Impresa Donna con finanziamenti agevolati, contribuiti a fondo perduto e altre ipotesi di incentivi. Confermati per il 2022 e fino ad esaurimento fondi, anche il programma “Resto al Sud” e “Nuove Imprese a Tasso Zero”.

Ricerca e lo Sviluppo a favore dei finanziamenti per le innovazioni tecnologiche

Lanciato per la prima volta con la Legge di Bilancio 2020 (L.160/2019) e poi prorogato e migliorato con la successiva Legge di Bilancio 2021 (L.178/2020), questo bonus per la ricerca e lo sviluppo si presenta sotto forma di credito d’imposta su tutta una serie di attività strategiche delle imprese. Tra tali importanti attività troviamo investimenti in ricerca e sviluppo, nella transizione ecologica, nella cosiddetta innovazione tecnologica 4.0 ed ulteriori progetti innovativi.

Il bonus per la ricerca e lo sviluppo è destinato a favorire la spesa delle imprese private in ricerca, sviluppo ed innovazione tecnologica, al fine di supportarne ed incrementarne la competitività sotto tutti i punti di vista ed agevolarne, al tempo stesso, i processi di transizione digitale e nell’ambito della cosiddetta economia circolare e della sostenibilità ambientale. E se tale questo inizialmente era limitato soltanto al periodo d’imposta 2020, adesso, con la Legge di Bilancio 2021, esso è stato prorogato fino a tutto il 2022.

Quali le misure previste per finanziare le nuove tecnologie

Per quanto riguarda le attività di ricerca e sviluppo, il credito d’imposta riconosciuto è del 20%, con un tetto massimo di 4 milioni di Euro. Per quelle società che operano in Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Molise ed anche Lazio, Marche ed Umbria (aree degli eventi sismici del 2016 e 2017), tale credito d’imposta del bonus per la ricerca e lo sviluppo si incrementa ulteriormente al 25% per le grandi imprese, al 35% per quelle medie e al 45% per le piccole.

bonus per la ricerca e lo sviluppo

Per quanto concerne invece le attività di innovazione tecnologica, si arriva al 10% per un limite massimo di 2 milioni di Euro. Per attività di innovazione tecnologica destinate a realizzare prodotti o processi produttivi nuovi o considerevolmente migliorati, al fine di ottenere l’obiettivo della transizione ecologica o dell’innovazione digitale 4.0, il credito d’imposta riconosciuto attraverso questo bonus è del 15%, con un tetto non superiore a 2 milioni di Euro.

Per le attività connesse al design e all’ideazione di tipo estetico, il credito d’imposta per le imprese si attesta al 10%, fino al limite consentito di 2 milioni di Euro. Tra le spese ammesse in questo caso specifico dal bonus per la ricerca e lo sviluppo, vi sono anche quelle relative ai software e quindi a programmi telematici. La legge di Bilancio 2021, rispetto a quella precedente, ha quindi incrementato sia le singole aliquote che i limiti massimi di credito.

A chi è destinato il bonus per la Ricerca e lo Sviluppo: il credito d’imposta per l’Italia

Il credito riguarda quelle spese relative alla ricerca, sviluppo, innovazione e design ed effettuate nel periodo d’imposta successivo al 31 Dicembre 2019. Per il riconoscimento del bonus per la ricerca e lo sviluppo, tali spese devono essere documentate attraverso una specifica certificazione emessa dal revisore legale dei conti. Per quelle società non obbligate a tale revisione dei conti, le spese relative alla necessaria certificazione sono riconosciute come ulteriore credito d’imposta, per una quota non superiore a 5.000 Euro.

Spese ammissibili per il Bonus Ricerca e Sviluppo

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Tra le diverse spese ammesse ad usufruire di queste agevolazioni, vi sono le spese per il personale, relativamente sia a ricercatori che tecnici, che abbiano un rapporto di lavoro subordinato oppure lavoro autonomo o, ancora, un'altra tipologia di rapporto, ma che sia diversa da quello subordinato. Tali soggetti devono essere impiegati in maniera diretta in attivitá di ricerca e sviluppo, design ed innovazione e che sia svolte all'interno di un'impresa. Particolari agevolazioni vi sono anche per quei lavoratori al di sotto dei 35 anni, al primo impiego e con dottorato di ricerca o laurea.

Ulteriori spese ammissibili, tra le altre, sono le quote di ammortamento, i canoni di locazione semplice o quelli di tipo finanziario e tutte quelle spese eventualmente connesse a diversi beni materiali mobili e software usati sempre in progetti di ricerca e sviluppo, design ed innovazione. Tutto questo per la creazione di impianti pilota od anche prototipi, sia pur in presenza di condizioni e limiti massimi consentiti particolari.

Altre spese ammissibili rientranti nel Bonus per la Ricerca e Sviluppo sono quelle relative a contratti di ricerca extra-muros, che avessero come oggetto lo svolgimento in maniera diretta da parte del soggetto commissionario di attivitá di ricerca e sviluppo, design ed innovazione ammissibili al credito d'imposta. Condizioni particolari e specifiche vi sono se tali contratti di ricerca extra-muros fossero stipulati con universitá ed enti di ricerca italiani, con soggetti od imprese facenti parte dello stesso gruppo dell'impresa committente oppure con soggetti stranieri.

Poi vi sono anche le spese per servizi di consulenza e servizi equivalenti, sempre relative ad attivitá di ricerca e sviluppo, design ed innovazione ammissibili al credito d'imposta, aventi tuttavia alcuni limiti massimi e a condizione che i contratti siano sottoscritti con soggetti residenti in territorio italiano o fiscalmente residenti o localizzati in altri Paesi dell'Unione Europea o altri Stati purché comunque rientranti nell'accordo sullo Spazio Comune Europeo.   

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.