Il sistema bancario ha da sempre la necessità di classificare le attività delle imprese soprattutto nell’ottica di una valutazione sul merito creditizio e il fido; la classificazione bancaria delle imprese avviene tramite i codici RAE e SAE, sostituiti dal codice unico ATECO. I codici SAE sono basati su parametri oggettivi che identificano il livello di rischio e il credit score di un’impresa; poiché i codici RAE e SAE sono stati sostituiti dal codice ATECO, non è facile reperire o conoscere i codici SAE.
Con la Circolare n. 140 dell’11 febbraio 1991 – 4° aggiornamento, la Banca d’Italia ha emanato le “Istruzioni relative alla classificazione della clientela per settori e gruppi di attività economica” e sono sati definiti i codici RAE – Ramo Attività Economica e i codici SAE – Settori Attività Economica.
I Codici RAE e SAE si ottengono utilizzando come dati di partenza i codici merceologici ATECO che rappresentano lo standard univoco che serve a semplificare e uniformare gli adempimenti a carico delle imprese. Sebbene siano utilizzati sempre più raramente, i codici RAE e SAE sono le uniche varianti ancora valide e riconosciute in Italia come alternativa all’uso dei codici ATECO. Inoltre, è bene ricordare che il codice SAE non sempre viene attribuito perché magari i parametri a disposizione non sono sufficienti per la codifica identificativa del settore di attività, così come non sempre è possibile attribuire un codice RAE perché l’attività è di carattere troppo discrezionale. Ma se esistono i codici univoci ATECO a chi servono i codici SAE e RAE?
I codici SAE, in particolare, servono alle Banche italiane nelle comunicazioni con la Banca d’Italia relative ai dati dei propri “clienti/impresa” e alla Banca stessa per individuare tramite parametri oggettivi e uniformi le attività e le realtà imprenditoriali sul territorio, come una sorta di mappatura anche del rischio economico.
Quando si seguono delle trattative commerciali o nel caso di prestiti finanziari, è prassi tra gli imprenditori e soprattutto tra gli istituti di credito acquisire una serie di informazioni commerciali che possono sostenere i manager in una trattativa o nel prendere delle decisioni strategiche, come l’apertura di un credito. In via preliminare, quindi, si investiga sul business di un’azienda per acquisirne alcuni dati anagrafici, la ragione sociale, la partita IVA, il contesto di riferimento, la data di registrazione dell’attività, le tappe più rilevanti nella storia societaria, il codice ATECO per individuare il settore operativo e i meno conosciuti, ma altrettanti utili – soprattutto ai fini finanziari – i codici RAE e SAE; questi ultimi due codici, inoltre, contribuiscono a fornire dati sul merito creditizio, il rischio e l’affidabilità di un’impresa.
Le visure camerali mostrano solo i codici ATECO per la classificazione delle attività, pertanto richiedere una visura camerale non è utile ai fini delle classificazioni RAE e SAE. Il dato non è consultabile neanche nel Registro delle Imprese, per cui l’unico modo per conoscere i codici SAE e RAE è rivolgersi alla Banca d’Italia. Infatti, l’uso di queste due classificazioni è molto diffuso nel sistema bancario italiano e la loro composizione rispetta i dettami e i parametri indicati dalla stessa Banca d’Italia tramite la circolare n. 140/1991. L’obiettivo è la mappatura del rischio economico suddiviso per ambito di attività economica sul territorio nazionale.
Le banche – pur adottando gli standard internazionali ed europei di classificazione – riconoscono a livello nazionale anche i codici RAE e SAE semplicemente perché questi codici contengono al loro interno gli elementi utili alla valutazione del rischio di attività e sono redatti secondo la logica sottostante al merito creditizio tipico del sistema bancario e con i medesimi parametri di analisi del rischio. I codici RAE e SAE rappresentano per il sistema bancario il modo più rapido per risalire all’identità di un’impresa, ma soprattutto al suo rischio creditizio.
Le aziende e i liberi professionisti – nella loro attività di business investigation – possono accedere alla conoscenza dei codici RAE e SAE, ma non è sempre facile reperirli perché le codifiche più diffuse sono quelle ATECO, inoltre i codici RAE e SAE non compaiono nelle visure camerali; per cui il modo più formale per ottenerli è attraverso una richiesta alla Banca d’Italia.
Un modo altrettanto professionale e sicuro, ma più rapido per conoscere il codice SAE è online attraverso il sito iCRIBIS, il canale e-commerce di Cribis Dun & Bradstreet, una società del gruppo CRIF specializzata nel rilascio di informazioni economiche e commerciali e servizi alle piccole imprese e professionisti che necessitano di tutelare i propri crediti o ridurre gli insoluti. CRIF risulta essere il primo gruppo in Europa nell’ambito delle credit information bancarie, commercial information e marketing management. I report iCRIBIS sono consultati da oltre 6300 banche e società finanziare, 44000 imprese, 240 mila consumatori in 50 paesi diversi. I report sulle aziende oltre ad essere costantemente aggiornati, riportano i dati anagrafici, la forma aziendale, la tipologia di attività, i dati di registrazione, i codici ATECO, il codice DUNS, e per le aziende italiane anche i codici RAE e SAE.
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