La premessa dovuta è che non esistono modi per non pagare una cartella esattoriale emessa da Equitalia almeno ché in violazione di un diritto del contribuente riconosciuto per legge; pertanto non è possibile definire a priori se una cartella esattoriale debba essere onorata o meno, tuttavia esistono casi giurisprudenziali e situazioni ricorrenti per cui si può stabilire l’invalidità della cartella esattoriale e quindi stabilire come evitare di pagare pretese non dovute avanzate da Equitalia.
Dal 1° luglio 2012, gli agenti esattoriali non possono notificare cartelle di pagamento di importi inferiori a 30 € comprensivi di sanzioni e interessi di mora; ciò significa che – di fatto – nel tetto minimo di 30 € possono rientrare pochissime ipotesi come un debito di basso importo o una multa pagata con un giorno di ritardo; infatti se l’importo dovesse aumentare proprio a causa del mancato pagamento del contribuente, con l’applicazione degli interessi e delle sanzioni, la cartella diventa immediatamente legittima superando il limite di 30 €.
Così come c’è un tetto minimo, esiste un limite alla riscossione di un debito di entità spropositata sulla base del principio latino nemo ad impossibilia tenetur, ovvero nessuno può essere costretto a pagare un importo oggettivamente impossibile d assolvere soprattutto nei casi un cui si parla di pignoramenti nei confronti di:
La liberazione dal sovrindebitamento può avvenire in tre modi:
Per poter fare ricorso a queste soluzioni, occorre dimostrare che non ci si è indebitati per colpa propria e di non aver usufruito di una simile procedura nei precedenti cinque anni. Il debitore dovrà redigere un programma con la consulenza di un professionista e a presiedere sulla regolarità ci sarà un “organismo di composizione della crisi” che può essere un avvocato o un commercialista. La riduzione del debito può essere richiesta anche in presenza di un solo creditore. Qualora, il contribuente abbia accumulato un debito solo nei confronti di Equitalia per gli interessi maturati potrà ottenere il taglio degli importi fino all’80%.
Se la cartella esattoriale è imputata a un soggetto defunto, gli eredi non devono pagare le sanzioni indicate nella cartella. Per fare ciò dovranno presentare istanza di sgravio. Il pagamento della cartella si può evitare qualora di è rinunciato all’eredità, in caso contrario, accettando l’eredità con beneficio di inventario, potranno ridurre la propria responsabilità ai soli beni ottenuti in successione; quindi, in caso l’erede decide di non pagare, Equitalia potrà pignorare solo i beni ereditati e non quelli del patrimonio personale. Un altro modo che gli eredi hanno per non pagare i debiti del defunto è la verifica della regolarità di notifica. Per essere valida, la notifica deve giungere entro il primo anno dopo il decesso nelle seguenti modalità:
Se la notifica giunge dopo un anno dalla morte del debitore, la notifica dovrà essere effettuata personalmente e nominalmente ai singoli eredi ciascuno per la sua parte e giungere al rispettivo indirizzo di residenza di ciascuno.
Il mancato pagamento dei debiti tributari da parte di un nullatenente non è esigibile. Per nulla tenente si intende chi non possiede redditi o beni intestati a sé o in comunione con altri soggetti. Se il debito è dovuto a evasione che supera determinate soglie scatta il reato con conseguente procedimento penale. In questi casi, l’ente esattoriale deve solo verificare attraverso le banche dati telematiche del fisco che il debitore sia effettivamente nullatenente. Nel caso di accertamento di nullatenenza, non si potrò procedere contro il debitore e il debito sarà inserito nei “non recuperabili” la cui riscossione decade di norma dopo pochi anni.
Se il debitore possiede un conto corrente in rosso, ovvero, in perdita o su cui è aperto un fido o una procedura di “apertura di credito”, il pignoramento del conto corrente non può essere eseguito. Qualora l’ente esattoriale provvede ugualmente alla notifica, riceverà dalla banca una comunicazione di indisponibilità di denaro per cui il pignoramento si chiude con esito negativo.
Nel caso in cui sul conto corrente sono accreditati solo redditi da lavoro dipendente o pensione, anche in caso di saldo attivo, il pignoramento è vietato entro le somme fino a 1.345, 56 € il triplo di un assegno sociale). Il contribuente, quindi, che mantiene il conto sotto questa soglia non dovrà temere pignoramenti in caso di debiti, mentre per gli accrediti successivi di stipendio o pensione, il pignoramento può avvenire solo fino a un massimo di 1/5 della somma depositata.
Una delle modalità più tradizionale per sperare di non pagare una cartella esattoriale è sperare nell’occorrenza dei tempi di prescrizione per gli importi richiesti, sempre se nel frattempo non arrivano atti interruttivi come per esempio un sollecito di pagamento, il preavviso di fermo o ipoteca, un pignoramento. Pur intervenendo la prescrizione, son sempre Equitalia cancella il debito, ma di norma occorre fare un ricorso in tribunale
A seconda del tributo di cui si è omesso il pagamento, variano i termini di prescrizione:
In tutti questi casi in cui la cartella è andata in prescrizione o non è stata correttamente notificata è possibile procedere alla contestazione della stessa anche senza l’aiuto di un avvocato e per via amministrativa.
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