Negli ultimi anni l’imprenditoria al femminile ha ricevuto una forte spinta grazie a bandi di finanziamento e incentivi dedicati proprio a questo settore della produzione nazionale. In particolare, l’imprenditoria rosa ha ricevuto diverse agevolazioni in seguito alla legge 215/92. Grazie a questa legge, il Ministero delle Attività produttive ha messo a disposizione dell’imprenditoria rosa finanziamenti a fondo perduto.
La gestione dei finanziamenti vengono effettuati attraverso la pubblicazione di bandi a cui le imprese possono partecipare attraverso una domanda che entrerà in graduatoria.
Per poter accedere ai bandi dei finanziamenti per l'Imprenditoria rosa, è necessario che le aziende, le imprese, le cooperative, le società arrivino a soddisfare una serie di requisiti:
Tutti questi requisiti sono necessari in sede di presentazione della domanda per l’assegnazione dei fondi e sono vincolanti per almeno 5 anni a partire dalla data in cui vengono assegnati i fondi.
La legge in questione prevede che possano partecipare ai bandi per i finanziamenti per l’imprenditoria femminile solo alcune tipologie di attività, in particolare per l’avvio di attività o il rilevamento di attività già esistenti.
Queste attività devono garantire un reale aumento della produttività di determinati servizi, offrire delle novità nel campo dell’organizzazione, nonché essere di aiuto al trasferimento di tecnologie.
Stando alle ultime statistiche, uno dei più importanti contributi alla crescita del PIL e alla ripresa economica di una nazione è senza dubbio quello offerto dal lavoro femminile in genere. Per questo motivo deve nascere nei Governi l'esigenza di fornire politiche di sviluppo necessarie a sostenere e incentivare l'imprenditoria al femminile.
Per poter muoversi in tal senso, sia i Governi nazionali, sia l'Unione Europea, mettono a disposizione una serie di finanziamenti dedicati all'imprenditoria femminile, attraverso una serie di bandi che è bene conoscere. Uno dei bandi per questo genere di attività che più ha ricevuto consensi è stato quello lanciato dalla Commissione Europea, “Rete europea di consulenti per l'Imprenditoria rosa”. Attraverso questo genere di bandi per l'imprenditoria rosa, la UE ha offerto contributi a fondo perduto fino al 60%, per permettere alle donne imprenditrici di avere a disposizione una serie di esperti per la creazione, la gestione e l'avviamento di nuove imprese.
I contributi per l’imprenditoria possono essere erogati a seconda del progetto proposto o dei materiali nei quali si vuol investire per far partire una determinata attività. Gli investimenti stabiliti dalla legge 215/92 sono:
Impianti generali, compreso quello elettrico, di antifurto, riscaldamento etc.
Macchinari ed attrezzature o complementi d’arredo
Brevetti
Software
Opere murarie e relativi oneri di progettazione nella misura del 25% rispetto alle altre spese già indicate
Se quindi la nostra impresa ha questo tipo di caratteristiche e necessitiamo di un contributo per una delle spese sopraindicate possiamo accedere a tre tipi di agevolazioni:
Contributo a fondo perduto per il quale è stabilito un diverso criterio a seconda della regione in cui è ubicata l’azienda
Credito d’imposta che viene concesso in alternativa al contributo a fondo perduto
Finanziamento agevolato concesso per somme dai 60.000 ai 400.000 euro con tassi più bassi rispetto a quelli di mercato
Le domande per accedere ai contributi per l’imprenditoria femminile vanno presentate in base alla data stabilita di anno in anno dal bando di concorso ministeriale. Dalla chiusura di quest’ultimo passano circa novanta giorni entro i quali vengono comunicati i risultati sulla Gazzetta Ufficiale. A quel punto si ha diritto ad accedere ai finanziamenti in due tranche erogate la prima pari al 30% entro un mese, l’altra pari al 70% entro sei o dodici mesi dalla chiusura delle graduatorie.
Per capire a chi concedere gli incentivi all'imprenditoria, sia livello europeo, che regionale e statale, si adottano diverse procedure. C'è infatti la procedura automatica, quando non è necessario valutare attentamente le dinamiche di carattere tecnico, economico ecc. dell'azienda.
La procedura valutativa viene applicata a progetti che poi andranno realizzati dopo la presentazione della domanda di richiesta di incentivi all'imprenditoria e può essere di due tipi: a graduatoria oppure a sportello. In quest'ultimo caso è presente il bando di gara con i criteri di ammissibilità e di presentazione della domanda di finanziamento.
C'è infine la procedura negoziale che si applica alle attività legate al territorio e al suo possibile sviluppo; anche in questo caso il bando di gara delinea tutte le modalità economiche e pratiche per ottenere i finanziamenti.
A partire dal 2011 è entrata in vigore una legge che faciliterà l'imprenditoria femminile. La legge in questione è la 215/92, che prevede lo stanziamento di fondi per incrementare l'imprenditoria in rosa. Dal 2011, dunque, tutte le imprese gestite da donne, così come le cooperative con almeno il 60 percento costituito da donne e le società di capitali amministrate per il 66% da donne, hanno diritto a richiedere i finanziamenti in tal senso.
La legge 215 del 1992 è nata proprio per definire le dinamiche di applicazione delle agevolazioni, dei fondi e dei finanziamenti all'Imprenditoria Femminile. La normativa prende il nome di “Azioni positive per l'Imprenditoria Femminile” e contiene al suo interno tutte le possibili agevolazioni per la creazione di imprese interamente gestite da donne.
Il regolamento del 28 luglio 2000 e la circolare esplicativa del marzo 2001 contengono invece tutto quello che concerne le modalità per ottenere i fondi. Per le società di persona o di cooperative è necessario superare il 60 % di presenza femminile nell'azienda. Per l'impresa individuale, il principale azionista, nonché titolare dell'azienda deve essere donna.
Questi interventi sono in particolare rivolti alle piccole imprese con meno di 50 dipendenti e possono essere di tre tipologie ben distinte tra loro ovvero: finanziamento agevolato, a fondo perduto o credito d'imposta. Il fatturato dell'impresa non deve poi superare i sette milioni di euro e lo stato patrimoniale deve essere inferiore ai cinque milioni di euro.
I fondi per le imprenditrici vengono erogati in base ad una graduatoria che viene stabilità secondo criteri prestabiliti che riguardano non solo il tipo di progetto imprenditoriale, ma anche rispetto a: la zona d’Italia dove si ha intenzione di fare impresa, la somma richiesta, l’eventuale collegamento con progetti di sviluppo territoriali, o ancora rispetto al settore nel quale si è deciso di investire.
Vi sono, infatti, indicati nella legge 215/92 dei macro settori per i quali si predilige l’erogazione. Al primo posto c’è il settore agricolo, seguito dal manifatturiero, il commerciale, ed infine progetti legati al turismo o al settore dei servizi.
La presentazione delle domande per i contributi all'imprenditoria va fatta entro la data stabilita dal Ministero che di solito è resa nota intorno ai primi mesi dell’anno, le domande vanno presentate entro e non oltre i mesi di marzo e aprile, anche se alcuni bandi locali prevedono date diverse legate anche al mese di febbraio e maggio. Le graduatorie finali sono poi comunicate tramite la Gazzetta Ufficiale entro novanta giorni dalla chiusura del bando.
Aggiornamento dicembre 2013
Una delle ultime iniziative, valide a partire dal 2014, è il cosiddetto progetto “Smart&Start”: si tratta di una iniziativa di finanziamento rivolta in particolare per le donne residenti nel Sud Italia (Puglia, Campania, Sardegna, Calabria, Basilicata, Sicilia).
Dal mese di settembre 2013 è possibile richiedere l’opportunità di aderire a questo genere di fondi, rivolti in particolare a chi vuole aprire un tipo di attività nel mondo digitale. La caratteristica di questa iniziativa, è che non si tratta di un bando vero e proprio, ma di un progetto di finanziamento rivolto a chi presenta domande per aprire una attività assolutamente innovativa o un investimento nell’ambito della ricerca e del commercio elettronico.
Smart&Start identifica i due tipi di gestione dei fondi: la parte “Smart” è destinata a coprire tutti i costi per la gestione di una attività nei primi anni della sua esistenza. L’azienda deve rispettare il requisito essenziale di proporre un modello di business assolutamente nuovo anche dal punto di vista dell’organizzazione e della produttività, con lo scopo di arrivare a coprire nuovi settori del mercato.
Per quanto riguarda invece il lato “Start”, il fondo è rivolto a nuove attività che vogliono andare ad inserirsi nel settore dell’economia digitale oppure della ricerca di tipo pubblico e privato.
Il tipo di investimento previsto arriva ad un massimo di 500.000 € nell’arco dei quattro anni, per ciascuna azienda che sia stata costituita nell’arco massimo di sei mesi, e non sia di grandi dimensioni.
Va detto inoltre che non sempre i bandi sono su scala nazionale: sono le regioni o gli enti provinciali che determinano spesso una serie di condizioni al fine di promuovere nuove imprese sul loro territorio, ogni comune ha le sue esigenze e i propri progetti di sviluppo, grazie ai quali offre nuove opportunità per chi vuol fare impresa al femminile nel proprio territorio.
Le scadenze quindi per i fondi dell’Imprenditoria femminile sono diverse e variano a seconda delle regioni, suggeriamo come strumento di riferimento di guardare alla Gazzetta Ufficiale, rivolgersi agli addetti per le attività imprenditoriali presenti in ogni comune per conoscere eventuali agevolazioni legate al proprio territorio, o ancora di consultare il sito di Confidustria e dello stesso Ministero per lo Sviluppo Economico costantemente aggiornati rispetto a queste tematiche.
Per accedere ai finanziamenti è necessario inviare l'apposito bando alle autorità competenti ed aspettare che vengano valutati i progetti d'impresa. Successivamente viene poi emessa una graduatoria, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale entro novanta giorni dalla chiusura del bando, e in base ad essa vengono erogati i finanziamenti richiesti.
La presentazione del bando va inviata tenendo presente la data di scadenza definita dal Ministero dello Sviluppo Economico. Si viene a conoscenza di tale data solitamente durante i primi mesi dell'anno in corso e le domande solitamente vanno inviate entro e non oltre i mesi di febbraio, marzo, aprile o maggio, a seconda dei casi.
I fondi per l'imprenditoria femminile saranno destinati a investimenti relativi a determinati settori dell'impresa. Ad esempio, l'impresa femminile che avrà diritto ai fondi, dovrà destinarli all'acquisto di impianti e di attrezzature specifiche per l'attività, nonché di software e brevetti, oltre che ai lavori di costruzione dell'azienda, opere murarie comprese. Parte dei contributi dovranno essere poi rivolti agli studi di fattibilità, ai piani di impresa e alla valutazione dell'impatto ambientale dell'azienda.
Parte dei contributo per l'imprenditoria dovrà essere restituita entro 10 anni, ma si usufruirà di un tasso di interesse agevolato. Il resto, invece, non ha obbligo di restituzione. Per conoscere nel dettaglio tutte le informazioni potete consultare il sito del Ministero delle Attività Produttive.
I finanziamenti previsti vengono concessi in parte a fondo perduto, ovvero senza che vi sia il dovere di restituzione, e in parte con un tasso agevolato pari allo 0.5%, restituibile in 10 anni. Lo Stato definisce, a volte annualmente, gli importi destinati ai finanziamenti per l'imprenditoria, attraverso bandi pubblici.
Per poter accedere al fondo, bisogna compilare e inviare la documentazione completa usando i moduli previsti dal Ministero dell'Industria e scaricabili dal sito. Su tale sito potete trovare anche tutte le informazioni dettagliate per conoscere l'intero pacchetto di finanziamenti dedicato alle imprese di stampo femminile.
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