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Benvenuti in un altro articolo firmato Finanziamenti Per Giovani! In seguito al nostro dettagliato articolo sul controllo Vies, siamo pronti a esplorare un'ulteriore tematica che riteniamo possa catturare la vostra attenzione.

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Il nostro Paese ha sempre visto un considerevole flusso di scambi commerciali con gli Stati frontalieri come ad esempio con la Svizzera, sia per quanto riguarda grandi società che singoli imprenditori o commercianti. Ed un elemento assolutamente necessario per poter effettuare scambi con questo Paese, da parte di alcuni di tali soggetti, è il possesso della Partita IVA svizzera. Questa infatti permette di intraprendere attività di scambio commerciale e lavoro sul territorio elvetico e non solo.

La partita Iva rappresenta infatti ormai un elemento indispensabile e richiesto nei diversi singoli Stati dell’Unione Europea, sia, come detto, per svolgere attività commerciale all’interno di ciascuno di essi (in questo caso è necessaria la partita Iva nazionale) e sia tra un Paese ed un altro della UE (in tal caso si ha bisogno della Partita IVA comunitaria). Andiamo a conoscere meglio in cosa consista questo codice e, in particolare, come funzioni nella vicina Svizzera.

Un importante codice numerico

La partita Iva in generale nel nostro Paese è un codice identificativo, composto da una sequenza di numeri, che deve essere richiesto dalle società, dai lavoratori cosiddetti autonomi (le cui entrate annuali superino una quota prestabilita di denaro) e da alcuni professionisti iscritti ad albi specifici, come commercialisti ed avvocati, purché esercitino la libera professione. Tale codice serve, in pratica, a quantificare le imposizioni di natura fiscale a cui devono essere soggette tale figure, in base agli introiti ottenuti.

I modelli e i software di compilazione per ottenere l'attribuzione della partita iva

Per ottenere l'attribuzione della partita iva, non è necessario pagare alcun costo aggiuntivo ed è possibile effettuare tale richiesta attraverso modelli appositi dell'Agenzia delle Entrate regolarmente legittimati in data 12 novembre 2002.

I modelli utili per ricevere la partita iva e dichiarare l'avvio della nuova attività variano a seconda del tipo di impresa che ne fa richiesta. C'è infatti il Modello AA7/77, che devono compilare i soggetti che non siano persone fisiche, come le società o gli enti. Il Modello AA9/7 è invece quello che deve essere compilato dai lavoratori autonomi e dalle ditte individuali. Sul sito dell'Agenzia delle Entrate è possibile scaricare gratuitamente i modelli utili all'attribuzione della partita iva. Per aprire la partita Iva è inoltre necessaria l'iscrizione obbligatoria all'Inps e all'Inalis e il versamento del 23,5 % sui contributi al fine di ottenere agevolazioni pensionistiche e indennità varie.

Come versare l’IVA allo Stato. Occhio all variazione dei dati che riguardano le aliquote 

I contribuenti, ossia i titolari della partita IVA, sono obbligati a compiere la liquidazione periodica dell’IVA. Ciò significa che bisognerà determinare la posizione debitoria o creditoria relativamente ad un periodo di tempo determinato e prestabilito.

La liquidazione dell’IVA inoltre, può essere sia mensile che trimestrale. Essa viene effettuata nei registri IVA, che per legge bisogna obbligatoriamente tenere. Sempre per legge, la liquidazione IVA mensile, per coloro che ne usufruiranno, deve essere versata entro il 16 del mese successivo. Ad esempio l’IVA della liquidazione del mese di Settembre 2015, dovrà essere versata entro il 16 Ottobre 2015.

Quindi, le imprese e i lavoratori autonomi, ossia i soggetti passivi di imposta, dovranno ogni mese o ogni tre mesi, a seconda delle opzioni esercitate o del proprio volume d’affari, calcolare o liquidare l’ìmposta dovuta e provvedere al pagamento di essa.

La liquidazione, ossia il calcolo dell’imposta, viene effettuata sommando l’IVA incassata dai propri clienti in via di rivalsa e sottraendo da questo importo, l’IVA pagata ai propri fornitori. Dopo l'attribuzione della Partita IVA, gli imprenditori e i professionisti devono prestare attenzione a tutti gli aspetti fiscali e tributari legati alla loro attività, come ad esempio il versamento del Diritto camerale utilizzando il Codice Tributo 3850 tramite modello F24.

La presentazione della domanda per imprese individuali e il duplicato del certificato: cerca un modello di comunicazione

I modelli vanno consegnati, in duplice copia, direttamente presso gli uffici dell'Agenzia delle Entrate che fornirà al richiedente il numero di partita iva a titolo gratuito. È possibile effettuare tale consegna anche attraverso terzi. 

Si possono, in alternativa alla consegna a mano, inviare attraverso una raccomandata con ricevuta di ritorno le due copie dei modelli necessari. In questo caso andrà allegata anche una copia di un documento di riconoscimento del richiedente in corso di validità.

attribuzione della Partita iva

L'Agenzia delle Entrate, ha inoltre attivato anche una modalità di invio telematico per richiedere la partita Iva. La validità delle domande è rappresentata dal giorno stesso di invio via internet. Il richiedente riceverà poi una comunicazione di ricevimento avvenuto direttamente da un delegato dell'Agenzia delle Entrate. Per l'invio telematico e il suo funzionamento, bisogna installare Java JRE 1.5.0 16, mentre per la stampa e la compilazione dei modelli è necessario avere Acrobat Reader.

Obblighi e agevolazioni. E in caso di cessazione attività?

I principali obblighi sono i seguenti: emissione della fattura; registrazione delle fatture ricevute ed emesse, con eventuale eliminazione di dati che prevedono particolari regimi di tassazione. Ogni anno andrà inoltre compilato il Modello Unico F24.

Lo Stato infine offre ai giovani che intendono aprire la Partita Iva numerose agevolazioni fiscali e di altra natura come l'opzione di apertura della stessa a regime agevolato, attraverso la quale per i primi tre anni di attività del soggetto, non si dovrà pagare l'IRPEF.

Attribuzione della Partita IVA Intracomunitaria: ecco cos'è

Gli scambi commerciali di prodotti, beni primari e secondari e servizi, sono la linfa vitale del commercio stesso; è infatti proprio sugli scambi di natura commerciale che spesso gira buona parte dell'economia di un Paese.

Le operazione di questo tipo consentono infatti un notevole movimento di soldi e di denaro sia all'interno di una singola Nazione che tra più Stati: per questo motivo è entrato in vigore il concetto di IVA intracomunitaria. Sono infatti possibili scambi all'interno dell'area nazionale, definiti interni, ma possono anche verificarsi delle compravendite all'interno della Comunità Europea (intracomunitarie) o addirittura al di fuori di essa (extracomunitarie).

Se questo pezzo ti sta appassionando, ti suggeriamo di salvare anche quello riguardante la Partita IVA comunitaria. 

Apertura della posizione IVA

Per aprire una qualsivoglia attività, a maggior ragione se essa ha uno scopo prettamente commerciale, è fondamentale aprire la partita IVA; in questo caso è necessario conoscere anche i costi della stessa, in particolare della partita iva Intracomunitaria che viene adoperata proprio nei casi di scambi commerciali con i Paesi membri della comunità Europea.

Dove e come viene applicata

L'Iva intracomunitaria si applica dunque ai beni e servizi importati ed esportati tra i Paesi della Comunità Europea; dal 1993 sono state depennate alcune proibizioni doganali tra gli Stati membri della Comunità Europea, ma sono stati introdotti dei meccanismi di tassazione che prevedono il pagamento delle imposte relative agli scambi commerciali nel luogo al quale il prodotto è destinato. Questa regola è stata introdotta proprio al fine del pagamento dell'Iva Intracomunitaria.

Questa particolare partita iva prevede l'aggiunta all'interno della fattura emessa per un bene mobile comprato all'interno di uno Stato membro dell'Unione Europea dell'imposta sul valore aggiunto., successivamente dovrà poi essere registrata nei rispettivi registri di vendite e acquisti.

Il pagamento dell'Iva Intracomunitaria si effettua quando: il prodotto viene consegnato e viene registrato; è stata consegnata la fattura; è stato pagato effettivamente l'importo previsto per il bene; necessita inoltre del codice ISO in Italia la dicitura è ITA. Gli scambi commerciali tra i Paesi membri dell'Unione Europea e i meccanismi alla base sono regolati dal decreto legislativo del 30 agosto 1993 numero 33, convertito dalla Legge del 29 ottobre 1993 numero 427.

Attribuzione della Partita Iva: Esportazione indiretta

Ad esempio possiamo citare l’esportazione indiretta, caso in cui la consegna del bene viene fatta in Italia, ad un esportatore abituale senza che l’imposta sia assolta. In questo caso, per sfruttare questo fattore del mancato pagamento dell’imposta, bisogna far sì che l’acquirente sia un esportatore abituale e presenti al cedente una dichiarazione d’intento, nella quale richiederà l’esenzione di tale imposta.

Quando è necessario tale codice in Svizzera

Un po' come in Italia, anche nel vicino Paese elvetico non tutti sono obbligati ad aprire una partita Iva. Infatti, questa è necessaria soltanto per le società e per alcuni lavoratori professionisti, tuttavia con determinate limitazioni. In particolare, quei soggetti (quindi società e singoli professionisti appunto) che, a prescindere dalla forma giuridica, dallo scopo e dal fine di lucro, esercitino impresa e che effettuino di conseguenza delle prestazioni o abbiano sede legale, domicilio o siano in qualche modo stabiliti in territorio elvetico.

Oltre quanto già specificato, un elemento importante, soprattutto per le società, è che si è obbligati a richiedere questo codice identificativo soltanto se il fatturato complessivo a livello internazionale superi i 100.000 Franchi Svizzeri annui (poco meno di 90.000 Euro) e non solo quindi quello ottenuto su territorio elvetico. Tutto ciò comporta quindi che diverse società, pur avendo sede all’estero, devono comunque effettuare l’iscrizione sul registro dei contribuenti Iva della Svizzera.

Risultano invece esentati coloro i cui introiti annuali, in termini complessivi, a livello societario o di singole prestazioni non superino i 100.000 Franchi Svizzeri e che siano comunque assoggettati ad altre particolari imposte. Le prestazioni in oggetto devono essere ad esempio quelle di natura sportiva, scientifica, culturale, didattica o artistica o, ancora, quelle sociali o le consulenze personali, familiari o coniugali.

Ulteriore esenzione riguarda quei soggetti con sede all’estero che, a prescindere dal volume di affari complessivi, esercitino impresa e effettuino prestazioni particolari sul territorio svizzero. Nello specifico, tra le tante, quelle esenti da imposta appunto e quelle di fornitura di gas o energia elettrica attraverso determinate condotte o reti e dirette ai cittadini svizzeri. Quelle prestazioni escluse dall’Iva, comunque, potranno essere assoggettate a tassazione volontaria (e di conseguenza opzionale), attraverso una semplice dichiarazione.

Ulteriori informazioni importanti e pratiche

Per ottenere comunque la partita Iva è necessario nominare o avere un rappresentante fiscale in territorio elvetico. Questo può essere sia una persona fisica che giuridica, purché abbia domicilio o sede sociale all’interno del Paese, e venga nominato attraverso una procura scritta o un deposito di garanzia di natura finanziaria di almeno 2.000 Franchi Svizzeri (poco meno di 200 Euro). Tale rappresentante esegue la liquidazione Iva ogni trimestre, sulla base di fatture o altri documenti di natura contabile.

Delle volte, comunque, si rende necessario il controllo di una partita Iva, al fine di verificarne l'esattezza o, addirittura, in altri casi la sua stessa validità. Tale controllo è possibile effettuarlo attraverso l'Agenzia delle Entrate italiana ed il sistema "Vies" (senza che sia necessaria un'eventuale iscrizione al sito stesso dell'ente), che consente di conoscere varie informazioni su un'impresa oppure su singoli operatori commerciali e titolari di partita Iva. Tale controllo è estensibile anche a tutte le transazioni finanziarie effettuate da un soggetto.

Una situazione particolare, tuttavia, riguarda proprio un eventuale controllo su una partita Iva svizzera. Infatti, il sistema Vies è valido a livello comunitario e quindi soltanto per quelle transazioni e soggetti operanti nell'Unione Europea. La Confederazione svizzera, come d'altronde anche San Marino, non ha aderito a questo programma di controllo.

Nel caso, quindi, che si voglia effettuare una verifica di una partita Iva elvetica, si deve fare riferimento al sistema presente sul sito online della stessa confederazione, chiamata IDI e che consente di identificare un'impresa o un operatore commerciale.

Ricordiamo che il numero di identificazione Iva svizzera all'interno dell'Unione Europea è richiesto soltanto se si svolgono prestazioni in ambito intracomunitario (cioè cessione di beni da uno Stato membro all'altro) o prestazioni a livello di servizi, sempre tra Paesi membri dell'Unione. Se si volesse effettuare questo genere di operazioni in esenzione d'imposta, il singolo cliente deve rendere noto al suo fornitore di beni o servizi il numero personale di identificazione Iva.

Nel momento in cui con la partita IVA svizzera si  vuole operare nell'Unione Europea è importante conoscere delle metriche come i codici NACE; che servono a fornire le dinamiche statistiche dei volumi di scambi che riguardano la nomenclatura delle attività commerciali all'interno del Unione Europa.

Comunque, l'Ufficio di statistica elvetico, che gestisce il registro IDI, permette quindi di effettuare delle ricerche e verifiche sulle imprese attive sul suo territorio nazionale, anche se, in alcuni casi, taluni dati di suddette società non possono essere accessibili a livello pubblico e quindi a disposizione dei cittadini. L'eventuale ricerca su questo registro può essere effettuata attraverso il numero della partita Iva oppure, più semplicemente, la denominazione dell'impresa stessa.

Se questo testo ha colpito la tua attenzione, crediamo che ti possa piacere anche la nostra analisi sulla Ricerca della Partita IVA.

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.