In Spagna, il CIF ossia codice identificazione fiscale, corrisponde alla nostra Partita Iva, è composta da una lettera iniziale e da 8 numeri. Come in Italia, in Spagna le aziende e gli operatori commerciali devono possedere la Partita Iva Comunitaria per potere operare in ambito intracomunitario. Le aziende commerciali in ambito UE sono obbligati per essere identificati a possedere la partita Iva che gli viene attribuita dalle rispettive amministrazioni nazionali nel nostro caso in Spagna.
Gli operatori commerciali Spagnoli, sono tenuti ad indicare sulle fatture di vendita emesse, il numero di partita Iva dell’acquirente.
Per aprire una partita Iva in Spagna, uno straniero, deve presentare la richiesta per ottenere un codice fiscale spagnolo NIE (Número de identificación Extranjero). Se un cittadino non spagnolo vuole intraprendere un’attività professionale, commerciale o autonoma, in Spagna, deve richiedere un numero di identificazione al Commissariato di Polizia.
Si devono comunicare i propri dati anagrafici, il motivo della richiesta e il domicilio in Spagna, il Commissario di Polizia rilascia subito il NIE. Tramite il Modello 036/037 si può presentare la dichiarazione di inizio attività all’Agenzia delle Entrate spagnola (Hacienda).
Con il numero di identificazione, si può aprire la partita Iva in Spagna. Bisogna presentare presso l’Agenzia delle Entrate il Modello 036/037, con il quale si comunicano i dati fiscali, il domicilio, che attività si intende svolgere e i locali destinati all’attività commerciale.
L’apertura della partita Iva è immediata, e subito si ha assegnato il numero di identificazione NIE. Per finire, comunicare l’apertura della Partita Iva all’Ente previdenziale Seguridad Social per il pagamento degli oneri di previdenza sociale in Spagna.
Molte persone, in Spagna, preferiscono svolgere attività autonome, quindi molte sono le Partite Iva, ma per quali motivi? Il primo motivo è perché vi è una scarsissima burocrazia e un regime più snello e semplice in materia di IVA da versare, dei contributi e delle imposte.
A confronto dell’Italia, dove abbiamo la contabilità ordinaria e la contabilità semplificata, in Spagna c’è una sola forma di contabilità uguale per tutti. Le norme tributarie sono molto chiare e semplici al punto che un operatore autonomo quasi non ha bisogno del commercialista per la tenuta dei conti, la dichiarazione IVA si può presentare da soli.
Altro motivo importante è la deducibilità di tutte le spese connesse con l’attività professionale o commerciale. Per quanto riguarda le imposte fiscali, in Spagna, una ditta individuale, o un lavoratore autonomo, è soggetto al pagamento delle imposte in base alla differenza tra gli incassi e le spese, ossia la differenza tra le fatture emesse, e le fatture ricevute, e le spese sostenute nell’arco dell’anno lavorativo.
Chi si iscrive come autonomo, in Spagna e apre per la prima volta la partita Iva gode della tarifa plana 50 €. In pratica, si riferisce al fatto che per i primi 6 mesi di attività si pagherà una quota ridotta dell’80% cioè 50 €, se si ha una base di contribuzione minima di 267,04 €, che poi verrà ridotta del 50% per poi arrivare al 30 % negli ultimi 6 mesi.
Dopo 18 mesi, si passa al regime pieno di 267,04 € al mese. Questo meccanismo permette a chi intraprende l’attività autonoma, di testare come il lavoro frutta in termini economici e se vale la pena di continuare o di smettere.
Essere possessore di partita iva in Spagna costa in tutto 3.200 euro l’anno, è un costo fisso, indipendente dal volume di affari, inoltre non vi è il meccanismo di dover anticipare imposte e contributi previdenziali, in base al fatturato.
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