L’Agenzia delle Entrate, periodicamente, invia migliaia di lettere ai contribuenti che risultano titolari di quelle che vengono chiamate con il nome di “partite IVA inattive o dormienti”. Si tratta, sostanzialmente, di quelle partite IVA che non sono operative da moltissimi anni ma che sono ancora formalmente aperte presso gli uffici dell’anagrafe tributaria.
Una buona parte dei contribuenti che si trovano in questa situazione hanno ricevuto la comunicazione dell’irregolarità da parte dell’Agenzia delle Entrate senza essere al corrente di essere ancora titolari di una partite IVA. Le partite IVA dormienti oppure inattive, come definito nelle lettere inviate dall’Agenzia delle Entrate, producono la violazione relativa all’omessa comunicazione di chiusura dell’attività. Ciò porta, conseguentemente a sanzioni amministrative di tipo pecuniario.
In realtà, le comunicazioni che attualmente l’Agenzia delle Entrate sta inoltrando negli ultimi mesi del 2018 per quanto riguarda le partite IVA dormienti e inattive sono sbagliate sia per quanto riguarda la forma che i modi.
Per quanto riguarda la forma, nelle lettere si parla specificatamente di una prevista sanzione che sarebbe pari a 516,00 euro, a meno che l’utente non provveda ad effettuare il versamento entro e non oltre 30 giorni: nel suddetto caso, la sanzione da pagare sarà, invece, pari a 172,00 euro cioè, un terzo del minimo.
In verità, dal 1° gennaio 2016, con l’entrata in vigore di una nuova normativa che riguarda le sanzioni tributarie, con il Decreto Legislativo numero 158 del 2015, la corretta sanzione dovrebbe essere pari a 500,00 euro, tranne che non si provveda a fare il versamento sempre entro 30 giorni: nel suddetto caso la sanzione da pagare è pari ad euro 167,67 e cioè un terzo del minimo.
Quindi si tratta di uno sbaglio clamoroso da parte dell’ufficio della Direzione Centrale Tecnologie e dell’Innovazione dell’AdE, che risulta essere il mittente della comunicazione che giunge al contribuente a mezzo raccomandata. Vediamo quindi nel dettaglio il sopracitato decreto.
Il nuovo decreto sulle semplificazioni fiscali 2016 che il Governo ha in discussione, in attesa di approvazione, propone parecchie novità importanti; tra queste ci interessa evidenziare la cancellazione d’ufficio con comunicazione al contribuente, da parte dell’Agenzia delle Entrate, della partita Iva inattiva (comunemente chiamata “dormiente”) da almeno tre anni, senza applicare le sanzioni amministrative previste.
Il decreto correttivo si prefigge di ridurre le comunicazioni fiscali e di ottimizzare i rapporti tra Agenzia delle Entrate e i contribuenti. I titolari di una azienda lavorativa che da tre anni non svolgono più attività senza più emettere o ricevere fatture, secondo quello che dice il decreto semplificazioni 2016, la chiusura avverrà d’ufficio senza che il titolare debba sostenere spese o che debba pagare sanzioni.
Prima del decreto sulle semplificazioni fiscali 2016, l’Agenzia delle Entrate informava i titolari di partita Iva dormiente da almeno 3 anni che verrebbe cancellata d’ufficio con un pagamento della sanzione di 516 € per omessa comunicazione di chiusura attività.
Fintanto che il decreto non viene approvato, la situazione attuale per la chiusura delle partite IVA inattive in base alle disposizioni che la Direzione Centrale Servizi ai Contribuenti Direzione Centrale Normativa dell’Agenzia delle Entrate con la risoluzione N. 93/E Roma, 21 settembre 2011, fornisce questi i seguenti chiarimenti:
Praticamente per i possessori di una partita Iva dormiente che invece all’anagrafe tributaria risultano ancora attive e che in tempo debito non hanno presentato la dichiarazione di cessata attività venga applicata la sanzione sopra citata. Le sanzioni amministrative, per omessa comunicazione di chiusura attività, possono essere pagate in vari modi.
In caso di variazione o di cessata attività, il contribuente deve entro 30 giorni comunicarlo all’Agenzia delle entrate. Attualmente c’è molta confusione in merito, molti contribuenti hanno ricevuto comunicazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate riguardo al possesso di Partite Iva inattive da molti anni ma che per l’anagrafe dell’Agenzia hanno ancora valore e quindi sono soggette a sanzione.
Con questa comunicazione il contribuente viene informato della chiusura d’ufficio della partita Iva e messo a conoscenza di un dovuto pagamento di sanzioni da pagare. Per il pagamento si deve compilare il modello F24 con codice tributo 8120.
Lo Statuto dei diritti del contribuente, prevede che chiunque deve ricevere informazioni utili e tempestive riguardo la sua posizione fiscale, e quindi del possesso di una partita Iva dormiente, informatevi da quanti anni è inattiva perché se lo è da più di cinque anni, è tutto caduto in prescrizione. Chi riceve queste comunicazioni ha la possibilità di contestare la decisione dell’Agenzia se per lui è priva di fondamento.
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