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Benvenuti in un nuovo articolo proposto dalla nostra Redazione. Dopo aver parlato a fondo di come calcolare il codice fiscale e di cosa si rischia per Omessa dichiarazione dei redditi, oggi vi presentiamo un nuovo tema.

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Potrebbe capitare di effettuare una serie di ore di lavoro straordinarie e non vedersele retribuite oppure richiedere delle meritate ferie ma non ottenerle dal proprio datore di lavoro. Cosa fare in questi casi? Fortunatamente, al giorno d'oggi, un qualsiasi lavoratore puó difendersi da vari generi di soprusi o inadempienze del suo datore di lavoro attraverso vari strumenti o iniziative. Uno dei piú importanti tra tali strumenti è denominato vertenza sindacale e puó essere avviata, come vedremo meglio in seguito, in particolari circostanze.

Un mezzo come la vertenza sindacale, per difendere i propri diritti in ambito lavorativo, risulta di fondamentale importanza, in quanto il soggetto lavoratore rappresenta infatti la parte piú debole all'interno di un rapporto di natura professionale. Da qui la necessitá di prevedere una serie di misure o tutele appunto a difesa della sua persona e dei suoi diritti. Andiamo adesso ad approfondire  tale argomento e a conoscere meglio in cosa consista una vertenza sindacale in ambito lavorativo e con quali costi puó essere avviata.

La vertenza sindacale o di lavoro è uno strumento in mano al dipendente per far valere i propri diritti sul posto di lavoro qualora la condotta del datore di lavoro non è rispettosa della normativa vigente sul lavoro e il rispetto del contratto. La vertenza può essere condotta dal lavoratore oppure tramite mandato al sindacato competente per mezzo del quale il lavoratore desidera farsi rappresentare.

La vertenza è sostanzialmente una denuncia che può sfociare in una causa giudiziaria, almeno ché – con l’intercessione del sindacato – si cerca un accordo tra datore e dipendente che possa porre fine al contenzioso. Il tentativo di accordo prende il nome di conciliazione che avviene nelle sedi delle direzioni provinciali del lavoro; quando la conciliazione è mediata da un sindacato si definisce tentativo di conciliazione in sede sindacale e si svolge secondo quanto previsto dal contratto collettivo applicato. 

Quando fare una vertenza sindacale

La vertenza è una denuncia e si presuppone che alla base di questa vi sia la condotta scorretta del datore del lavoro nei confronti del dipendente o qualsiasi cosa che pregiudica i diritti del lavoratore. Tra le principali motivazioni che inducono a intentare una vertenza sono il lavoro nero, situazioni di mobbing, inadempienza contrattuale (mancato pagamento dello stipendio), ore lavorate ma non retribuite, mancato pagamento del TFR, mancato riconoscimento del periodo di ferie e dei permessi, impugnazione per licenziamento.

In questi ultimi anni, tuttavia, tra le cause che si stanno diffondendo in misura maggiore ed hanno portato all'avvio di una vertenza sindacale con diversi datori di lavoro, vi sono soprattutto molestie in ambito aziendale (in particolare subite dalle lavoratrici) e discriminazioni di genere o connesse all'orientamento sessuale dei lavoratori. E spesso tali problematiche vanno ad accumularsi con conseguenti demansionamenti o addirittura licenziamenti dei lavoratori. Di conseguenza, nel corso degli anni, si sta assistendo ad una certa evoluzione delle motivazioni alla base di tali vertenze.

Segnalare condotta illecita

Il lavoratore deve poter dimostrare la condotta illecita del datore del lavoro presentando documenti giustificativi o testimonianze.

I termini di prescrizione variano a seconda del diritto da tutelare e dalla grandezza dell’azienda – in termini di numero di dipendenti – presso cui si presta servizio. In genere, il termine di prescrizione della vertenza è di 5 anni a partire:

  • Dalla cessazione della prestazione di lavoro presso le imprese fino a 15 dipendenti;
  • Dal giorno di maturazione dell’ultima busta paga per imprese con più di 15 dipendenti.

La vertenza sindacale si intenta tramite la mediazione del sindacato di categoria presso gli uffici competenti per la materia. La sede a cui rivolgersi è quella del territorio in cui si trova l’unità operativa presso cui il dipendente è assunto.

Riguardo ad una vertenza sindacale, pertanto, il lavoratore dovrá quindi presentarsi presso il proprio sindacato di affiliazione oppure di fiducia (nel caso non appartenesse a nessuna rappresentanza sindacale) e dimostrare, attraverso la produzione anche di documenti, il comportamento scorretto del datore di lavoro in termini contrattuali. Il funzionario sindacale preposto potrebbe suggerire l'invio di una lettera informativa o un'altra iniziativa. In mancanza di riscontro o di un esito positivo di queste, il lavoratore potrá rivolgersi alle autoritá giudiziarie.

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Il tentativo di conciliazione prima di una Vertenza sindacale

La vertenza sindacale ha lo scopo di tentare una conciliazione tra datore di lavoro e dipendente. infatti, il sindacato dopo aver vagliato le argomentazioni e la documentazione fornite dal dipendente, propone alle parti in causa un accordo per porre fine alla contesa ed evitare che questa arrivi in tribunale. Il tentativo di conciliazione sindacale si definisce “stragudiziale”, proprio perché non si svolge con l’intervento di un giudice, ma punta ad appianare la controversia amichevolmente. Contrariamente, la conciliazione giudiziale prevede l’intervento del giudice nelle sedi dei tribunali di competenza.

Il tentativo di conciliazione deve svolgersi in presenza e con l’assistenza del rappresentante sindacale a cui il lavoratore si è rivolto e secondo le modalità previste dai contratti collettivi di categoria.

L’esito di una conciliazione può avere due conseguenze: un esito positivo e uno negativo, vale a dire che si può raggiungere un accordo o concludersi senza accordo. In caso di intesa tra le parti, la conciliazione inizia e finisce entro la procedura di conciliazione, altrimenti si procede con la causa di lavoro.

Quali sono i costi 

vertenza sindacale

Una causa legale ha sempre dei costi imprevedibili, anche se la vertenza sindacale mira – oltre alla conciliazione – a evitare anche i costi di una causa giudiziaria. I costi di una vertenza, tuttavia, non sono quantificabili perché variano in base al sindacato presso il quale ci si rivolge e se si è già iscritti o meno. I costi per gli iscritti al sindacato sono generalmente nulli o molto bassi in quanto il sindacato richiede solo i costi di rimborso e i costi vivi per le spese sostenute nell’istruzione della pratica. I lavoratori non iscritti al sindacato, per avvalersi dell’assistenza sindacale, dovranno prima iscriversi, sottoscrivendo la tessera di appartenenza che ha un costo annuale proprio e a questo aggiungere le spese e i costi di istruttoria per la pratica di vertenza.

I costi di una vertenza possono essere abbattuti se la causa viene intentata da due o più lavoratori della stessa azienda che denunciano il datore di lavoro per le stesse motivazioni e argomentazioni; nei cosiddetti casi di class action, è evidente che sia i lavoratori che il sindacato hanno maggiore potere coercitivo.

FAQ

Cosa si intende per vertenza sindacale?

Una vertenza sindacale si riferisce a un conflitto tra lavoratori e datori di lavoro riguardante le condizioni di lavoro, i salari, le ore di lavoro, la sicurezza sul lavoro, e altri aspetti legati al rapporto lavorativo. Questa situazione si verifica quando le parti in causa non riescono a trovare un accordo su determinate questioni attraverso la normale negoziazione collettiva. Le vertenze sindacali possono manifestarsi sotto forma di scioperi, manifestazioni, sedute di negoziazione assistite da mediatori esterni o altre azioni collettive promosse dai sindacati per tutelare gli interessi dei lavoratori. Il processo di risoluzione di una vertenza sindacale può variare a seconda delle leggi nazionali, delle politiche aziendali e degli accordi collettivi vigenti.

Quali sono le fasi di una vertenza sindacale?

Le fasi di una vertenza sindacale possono essere suddivise in vari step progressivi che vanno dalla manifestazione iniziale del dissenso fino alla potenziale risoluzione del conflitto:

  1. Identificazione del problema: La vertenza inizia con l'identificazione di una o più questioni contestate da una delle parti, solitamente i lavoratori o i loro rappresentanti sindacali.
  2. Tentativi di negoziazione: Prima di procedere con azioni più drastiche, le parti tentano di risolvere il conflitto attraverso negoziazioni dirette. Questo include discussioni formali tra i rappresentanti dei lavoratori e della direzione.
  3. Mobilizzazione: Se le negoziazioni non portano a una soluzione accettabile, il sindacato può decidere di mobilizzare i lavoratori attraverso scioperi, manifestazioni o altre forme di protesta per aumentare la pressione sul datore di lavoro.
  4. Mediazione e arbitrato: In molti casi, le parti possono ricorrere a mediatori o arbitri esterni per trovare una soluzione al conflitto. Questa fase è spesso facilitata da organismi governativi o enti specializzati in risoluzione delle controversie lavorative.
  5. Accordo o risoluzione: L'ultima fase si concretizza con il raggiungimento di un accordo tra le parti o, in assenza di questo, con la decisione dell'arbitro, che può essere vincolante per entrambe le parti.

Quali diritti hanno i lavoratori durante una vertenza sindacale?

Durante una vertenza sindacale, i lavoratori hanno il diritto di essere rappresentati dal loro sindacato nelle negoziazioni con il datore di lavoro. Hanno anche il diritto di partecipare a scioperi e altre forme di protesta organizzate dal sindacato, nel rispetto delle leggi nazionali e degli accordi collettivi. È importante che le azioni intraprese rimangano entro i limiti della legalità e che i lavoratori siano informati sui potenziali rischi e conseguenze legali delle loro azioni. Inoltre, i lavoratori hanno il diritto di essere tutelati da ritorsioni illegali da parte dei datori di lavoro a causa della loro partecipazione alla vertenza.

Come può un lavoratore partecipare attivamente in una vertenza sindacale?

Un lavoratore può partecipare attivamente in una vertenza sindacale in vari modi:

  1. Informazione e sensibilizzazione: Mantenersi informati sulle questioni al centro della vertenza e partecipare a riunioni sindacali per discutere strategie e azioni.
  2. Supporto alle azioni sindacali: Partecipare a scioperi, manifestazioni e altre forme di protesta organizzate dal sindacato per esercitare pressione sul datore di lavoro.
  3. Comunicazione: Aiutare a diffondere informazioni relative alla vertenza sia all'interno che all'esterno del luogo di lavoro, utilizzando i social media o altri canali di comunicazione per sensibilizzare l'opinione pubblica.
  4. Partecipazione a negoziazioni: Se selezionati come rappresentanti dei lavoratori, partecipare attivamente alle negoziazioni con il datore di lavoro, fornendo input e sostenendo le richieste del collettivo lavorativo.

Qual è il ruolo dei sindacati nella gestione delle vertenze sindacali?

I sindacati giocano un ruolo cruciale nella gestione delle vertenze sindacali, agendo come mediatori tra i lavoratori e i datori di lavoro. Sono responsabili della negoziazione di accordi collettivi, della rappresentazione dei lavoratori in caso di controversie e della mobilitazione dei lavoratori per azioni collettive quando necessario. I sindacati forniscono anche supporto legale e consulenza ai lavoratori durante il processo di vertenza, garantendo che i loro diritti siano tutelati. Inoltre, i sindacati svolgono un ruolo educativo, informando i lavoratori sui loro diritti e sulle migliori pratiche per la gestione delle dispute lavorative.

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Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.